“Fedez, hai ragione: la vita è davvero troppo breve per sciuparla”

Fedez

Greta, CC BY-SA 2.0, via Wikimedia Commons

Sono una donna di trent’anni, sposata da sei. Ho due figli, un lavoro che amo, una vita piena. Mi sento completa, realizzata. Caro Fedez tu dirai: “Bene, a me cosa importa? Meglio per te!”. Il punto è che con l’uomo che oggi è il marito migliore che potrei mai augurare a una donna, ho vissuto un fidanzamento senza sesso. Ciò che per te è una sciocchezza di una Chiesa retrograda, per me è una scelta che rifarei altre cento volte.

Caro Fedez, perdonami se ti do del tu e se ti parlo con confidenza: anche se non ci conosciamo, ho avuto modo di seguirti in questi mesi. So anche che stai affrontando alcuni problemi di salute e approfitto per farti, innanzitutto, gli auguri di una rapida e completa guarigione. 

So che quando la malattia bussa alla porta ci si accorge, di colpo, che la vita è veramente fragile, oserei dire un soffio… Ho perso mia madre di tumore. Era molto giovane ed è successo tutto quasi all’improvviso. Perciò volevo dirti che hai ragione: la vita è veramente troppo breve per sciuparla.

Detto questo, però, permettimi di dissentire su ciò che hai dichiarato in merito alla proposta della Chiesa Cattolica ai fidanzati sulla castità prematrimoniale. Non voglio spiegarti perché io penso che ti sbagli ad incoraggiare dei ragazzi già abbastanza smarriti a fare sesso senza un perché. Vorrei solo raccontarti la mia storia. 

Leggi anche: “Io e il mio fidanzato dobbiamo dire basta al sesso riparatore”

Sono una donna di trent’anni, sposata da sei. Ho due figli, un lavoro che amo, una vita piena. Mi sento completa, realizzata. E tu dirai: “Bene, a me cosa importa? Meglio per te!”. Il punto è che con l’uomo che oggi è il marito migliore che potrei mai augurare a una donna, ho vissuto un fidanzamento senza sesso. 

Sì: tre anni e mezzo della nostra vita trascorsi a fare qualunque cosa: passeggiare, ballare, fare volontariato, giocare, leggere, parlare, litigare, pregare, andare al mare, prenderci in giro, scherzare, sognare il futuro. Tutto ciò che serve per conoscersi, per capire se si vuole camminare insieme. Ma senza sesso.

Non perché eravamo fatti di marmo. Non perché non ci sarebbe piaciuto. Non perché non eravamo attratti l’uno dall’altra. Non perché non ci piacevamo abbastanza. Ascoltando solo il fisico, saremmo finiti a letto dopo un mese che stavamo insieme, come è normale che sia, quando si ragiona prima con il corpo che con il cuore e la mente. 

Ma non eravamo pronti: il nostro rapporto non era abbastanza solido per ricevere il sigillo dell’atto coniugale, che per noi significava di fatto sposarci attraverso la carne

Dopo un mese che conosci una persona, te la sposeresti? No, ovviamente. Perché allora dovresti vivere con lei il gesto più intimo che esista al mondo? 

Per noi, la vita era troppo breve per scegliere di fare sesso, quando si poteva scegliere di amare davvero. Scusa se mi sono permessa di scriverti pubblicamente, ma ciò che per te è una sciocchezza partorita da poche menti retrograde che si aggirano per gli oscuri palazzi del Vaticano, per me è stata una scelta di vita che rifarei altre cento volte. 

E volevo testimoniarlo, perché i doni che Dio ci fa non sono mai solo per noi. La castità non è stata una tortura: ci ha insegnato la pazienza dell’amore, la dolcezza del guardarsi dentro, la capacità di vedere chi avevamo di fronte per ciò che era, non per ciò che ci dava. 

Sei libero di pensarla come credi, ma permettimi di dire che ci sono anche persone che sono felici di aspettarsi. Non perché non sappiano che la vita vola, non perché sono masochiste, ma perché vogliono costruire la loro casa insieme sulla Roccia, non sulla sabbia.




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

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