24 Giugno 2022

Il Sacro Cuore ci insegna l’arte di consegnarsi

Ringrazio Dio per questa esperienza spirituale che quest’anno mi ha permesso di vivere. La coincidenza tra la solennità di san Giovanni Battista e quella del Sacro Cuore di Gesù, ha fatto in modo che il mio onomastico non coincidesse con il 24 giugno ma con il giorno precedente. Una metafora della vita interiore che esprime pienamente le stesse parole del Precursore: “Egli deve crescere e io diminuire” (Gv 3,30). Ed è proprio così. Al centro c’è e deve restare Lui. Noi dobbiamo diventare e restare piccoli. È Lui il Sole che tutto illumina.

Dove questa coscienza si alimenta particolarmente? Nell’adorazione eucaristica. Lì in ginocchio davanti a Lui sentiamo tutta la nostra impotenza e povertà e sappiamo che solo Gesù può guidare e accompagnare i nostri passi. Ecco perché la preghiera di adorazione silenziosa, non piena di tante parole, dovrebbe essere al centro della nostra esperienza di fede.

Santa Teresa di Gesù Bambino davanti all’Eucaristia si meravigliava dell’umiltà di Dio ed era preoccupata di trasmettere ai sacerdoti il suo amore per Gesù. Lo dice particolarmente nella sua Preghiera per ottenere l’umiltà, scritta il 16 luglio 1897. «Ora è nell’Ostia che vi vedo portare al colmo i vostri annientamenti. Quale umiltà, divino re di gloria, nel sottomettervi a tutti i vostri sacerdoti senza fare alcuna distinzione tra coloro che vi amano e coloro che, ahimè, sono tiepidi o freddi nel vostro servizio! Alla loro chiamata voi discendete dal cielo… O mio Amato, come mi apparite mite ed umile di cuore sotto il velo dell’ostia candida! Non potete abbassarvi maggiormente per insegnarmi l’umiltà» (Pri 20). Nello stesso senso, l’ultima “lettera” che Teresa manda al seminarista Belliere, suo fratello spirituale, il 25 agosto 1897 è un’immagine che rappresenta Gesù bambino nell’Ostia consacrata nelle mani del sacerdote. La santa ha aggiunto queste semplici parole: «non posso temere un Dio che si è fatto per me così piccolo. Lo amo! poiché Egli è solo Amore e Misericordia» (LT 266).

Cosa significa per noi guardare a Gesù Eucaristia? Significa trovare salvezza sempre, quando si è morsi dai serpenti velenosi della stanchezza e dell’infedeltà, nel deserto della solitudine. Gesù salva sempre, il suo amore purifica, la sua grazia redime, la sua Presenza rinnova l’amore, la sua consegna motiva la nostra, il suo dono abilita il cuore che in Lui confida. Io trovo forza di consegnarmi nelle mani del mio sposo, dei miei figli, della comunità che mi è stata affidata se guardo verso Gesù.

È necessario procedere in avanti guardando fissa la meta che è Gesù Cristo, lasciandoci attrarre dal suo Cuore. L’Eucaristia ci assimila a Lui, nell’Eucaristia ci vengono donati i sentimenti di Cristo per vincere la paura e la solitudine ed essere segno di un Dio che cammina con il suo popolo, conducendolo ai pascoli del Regno dei cieli per vivere in Lui per sempre.


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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