Inflazione ancora su. Sempre più vuote le casse delle famiglie

(Foto: © Africa Studio - Shutterstock.com)

Sale ancora l’inflazione e i suoi effetti si estendono su quasi tutti i settori. A denunciarlo è l’Istat che registra dati mai visti dal 1986. Chi rischia? La famiglia innanzitutto. 

a cura della Redazione

Inarrestabile l’impennata dell’inflazione che “a giugno accelera di nuovo salendo a un livello (8%) che non si registrava da gennaio 1986, quando fu pari a 8,2%”. A dirlo è l’Istat e proprio all’indomani degli interventi del governo per frenare il caro-bollette. A maggio era al 6,8%. L’indice dei prezzi al consumo registra un aumento anche su base mensile, dell’1,2%.

L’energia resta l’epicentro del terremoto sui prezzi. “Le tensioni inflazionistiche continuano a propagarsi dai Beni energetici”, la cui crescita passa da +42,6% di maggio a +48,7% e in particolare degli Energetici non regolamentati come i carburanti (da +32,9% a +39,9%). Gli energetici regolamentati continuano a registrare una crescita molto elevata ma stabile a +64,3%.

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Ma l’estensione dell’inflazione tocca anche altri settori. “L’accelerazione dei prezzi degli alimentari, lavorati e non, spinge ancora più in alto la crescita di quelli del cosiddetto carrello della spesa” al +8,3%, secondo le statistiche preliminari dell’Istat. Anche in questo caso è l’incremento più elevato a gennaio 1986, quando fu +8,6%. Per i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona che compongono il carrello, a maggio, l’incremento era stato del 6,7%. I prezzi dei beni alimentari lavorati passano da +6,6% a +8,2% e quelli dei non lavorati da +7,9% a +9,6%

A pagarne le spese, manco a dirlo, le famiglie. Per il Codacons questa è “una vera e propria emergenza nazionale che avrà effetti pesanti sull’economia e sulle condizioni economiche delle famiglie”.




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