Quella carezza ricevuta in dono dal cielo resterà indelebile…

Testimonianza di Pasquale e Lucia

Lucia e Pasquale raccontano la loro vita coniugale: il desiderio dei figli, il sogno di restituire ciò che hanno ricevuto, la disponibilità a mettersi al servizio. “Oggi non abbiamo sere romantiche per noi, non programmiamo week end, a casa nostra c’è sempre qualcuno a cena, non ho una domestica che mi aiuti, per mia scelta, sono felice di poter essere io a curare la casa, certo a volte la nostra casa è in disordine e ci sono giorni in cui mi attardo nel preparare la cena, ma la misericordia con cui mio marito mi accoglie, la dolcezza e l’incoraggiamento con cui mi aiuta a portare avanti la nostra ministerialità sono la roccia della nostra gioia coniugale”. 

Pasquale 

Tanti di quei sogni che Dio aveva scritto nel nostro cuore sono oggi la nostra umile e piccola realtà, Gesù è realmente nella nostra casa, nel dialogo con le nostre figlie, nel lavoro vissuto come una missione, nelle notti in cui la tristezza per le reti vuote spegne il sonno e diventa supplica, quante volte non vediamo i frutti di tutto l’amore sognato e desiderato per l’annuncio, il Signore è lì, nel nostro angolo di preghiera e troneggia  nelle fatiche della giornata, nelle gioie quotidiane e dona sempre la sua consolazione. Quel “gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” è la pagina del Vangelo che ci tiene svegli la notte e che ci ha spalancato le porte del servizio. Oggi abbiamo due bambine, Chiara e Vittoria, e il desiderio irrealizzato di avere altri figli, ma quelli che il Signore non dona nella carne vengono moltiplicati in un’altra maternità e paternità, qualcosa che veramente mai avremmo messo in conto e che tanta gioia dona alla nostra vita.

Siamo catechisti di una comunità di giovani, di una comunità di adolescenti, catechisti dei fidanzati e dei nubendi, coordiniamo le attività dell’ambito giovani, cioè le iniziative messe in campo dalla Fraternità di Emmaus per i giovani, insieme a tanti altri catechisti sposi come noi e consacrati. Tutta la nostra storia e tutto ciò che in questi anni abbiamo imparato e ricevuto in dono non sono più per noi, sono ridonati con tutto l’amore che possiamo e tutto questo ogni giorno ci salva, ci rende grati, ci rende più innamorati. La sveglia suona ogni giorno prima dell’alba, a volte non è nemmeno necessario che suoni, quando mi alzo mio marito è spesso già lì in ginocchio con il breviario in mano a pregare le Lodi, ogni mattina meditiamo insieme la Parola del giorno ed affidiamo a Maria il nuovo giorno che sorge. 

Lucia

È Pasquale che dopo la preghiera prepara ogni mattino la colazione mentre io vesto le bambine per andare a scuola. È sempre Pasquale ad accompagnare ogni mattina le bambine a scuola, siamo entrambi insegnanti, lui lavora nel paese in cui viviamo ed in cui le nostre figlie studiano e dunque per un fatto organizzativo le bambine l’ultimo saluto prima di entrare in classe lo regalano al loro papà che con tanta premura controlla la borsa la sera ed i compiti che nel pomeriggio hanno svolto con la loro mamma. Io lavoro un po’ più distante da casa, ogni giorno mio marito mi dona la sua benedizione e con un bacio mi congeda. Rientriamo a casa tutti per il pranzo. Abbiamo pregato tanto perché la nostra vita lavorativa ci permettesse di vivere in famiglia e al servizio. Abbiamo pregato per tutto il tempo del fidanzamento affinché la nostra casa potesse essere chiesa domestica. Quando ci siamo sposati, entrambi laureati, io non lavoravo e mio marito aveva un lavoro precario da operaio. Ricordo che una volta da fidanzati don Silvio ci disse: “Quanto sarebbe bello se tutti i giovani che si preparano alle nozze mettessero nel bilancio mensile familiare la voce carità”. Ci innamorammo perdutamente di quelle parole, si sono incise nel profondo dell’anima, attaccate addosso come una seconda pelle e continuano a donare vita alle nostre azioni. 

Avevamo veramente pochi soldini quando abbiamo varcato la soglia di questa Cappella, ma il Signore non ci ha fatto mai mancare nulla, anzi ha sovrabbondato. Qualche mese dopo le nozze don Silvio ci chiese di accompagnare alla Confermazione un gruppo di giovani della parrocchia del Carmine. Eravamo alla ricerca di una gravidanza che non arrivava e che non è arrivata per tutto il primo anno di nozze, ricordo che don Silvio consolava il mio desiderio irrealizzato di maternità invitandomi a vivere una maternità diversa da quella che avrei immaginato, mi chiese di preparare da mangiare per tutti al termine di ogni incontro, erano una trentina di giovani ed io una sposina inesperta e nemmeno troppo brava in cucina, ma quella proposta mi riempiva il cuore di gioia. Ho preparato ad ogni incontro per tutti, preparavo ogni settimana la catechesi e un po’ di rustici. Quei giovani ricevettero la Confermazione il 9 maggio del 2014, scoprii di essere in attesa della mia prima figlia pochi giorni dopo, il 13 maggio. Maria veniva a farci visita. E quella carezza ricevuta in dono dal cielo resterà indelebile. 

Era accaduto per davvero, don Silvio mi aveva detto che per essere madre bisogna dilatare l’utero, bisogna imparare ad amare gratuitamente… non lo dimenticherò mai. È iniziata così la nostra avventura nella chiesa, alcuni di quei giovani oggi sono sposi, abbiamo avuto l’onore e la grazia di accompagnarli fino alle nozze ed essere loro testimoni, di altri abbiamo battezzato un figlio e di altri siamo diventati padrini. Oggi non abbiamo sere romantiche per noi, non programmiamo week end, a casa nostra c’è sempre qualcuno a cena, non ho una domestica che mi aiuti, per mia scelta, sono felice di poter essere io a curare la casa, certo a volte la nostra casa è in disordine e ci sono giorni in cui mi attardo nel preparare la cena, ma la misericordia con cui mio marito mi accoglie, la dolcezza e l’incoraggiamento con cui mi aiuta a portare avanti la nostra ministerialità sono la roccia della nostra gioia coniugale. 

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Con occhi commossi e cuore grato restiamo fedeli a questa missione, piccola, per noi tanto bella che umilmente e nella nostra piccolezza cerchiamo di portare avanti. L’annuncio del Vangelo riempie la nostra esistenza, è la nostra preghiera costante, la presenza dei nostri figliocci e dei giovani che riempiono le nostre giornate sono la carezza di Dio per la nostra vita. Nove anni fa entravamo in Cappella da innamorati senza aver realmente capito cosa fosse l’amore. Abbiamo capito cosa significasse amare quando abbiamo compreso che nulla ci appartiene e tutto è un dono. I figli non sono nostri, ci sono dati solo in custodia e l’altro non ci appartiene. Abbiamo ricevuto tanto, il nostro grazie è restituire tutto ciò che ha reso bella la nostra vita. La missione e l’apostolato sono il nostro canto di ringraziamento, la nostra eucaristia quotidiana che viviamo cuore a cuore con la vita consacrata, con il nostro padre don Silvio e la Fraternità di Emmaus.  

Entriamo nel nostro decimo anniversario di nozze facendo memoria e rendendo grazie a Dio ancora una volta per la vita ricevuta, per l’Amore per l’amicizia ecclesiale che viviamo nella luce della reciprocità vocazionale e con Teresa ancora una volta pronunciamo il nostro canto d’oggi. Per amarti mio Signore non abbiamo che l’oggi, caro Gesù dacci un posto nel tuo cuore… perché possiamo vivere l’oggi ogni giorno con lo sguardo rivolto a Te solo. 




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