Non mi ritengo un bravo genitore, faccio fatica, annaspo, a volte sono impreparata ad affrontare determinate situazioni ma mi impegno e mi affido a Colui che può indicarmi la strada. Quello di cui sono certa è che per essere un buon genitore non basta solo accudire i nostri figli ma bisogna prendersi cura di loro. Sono due cose differenti e non escludenti.
Oggi siamo molto preoccupati di accudire i nostri figli in tutte le cose materiali: dal cibo al vestiario, preveniamo ogni desiderio, andiamo in tilt per 37 di febbre… Tutte cose buone e ovvie ed io mi metto tra le fila delle mamme ansiose ma prendersi cura è altro.
È preoccuparsi di trasmettere loro valori, è chiedersi cosa portano nel cuore, orientarli al Bene, vedere le cose che non vanno e chiamarle per nome senza rimandarle, è trascorrere insieme tempo di qualità, essere lì quando affrontano le piccole e grandi sfide della vita, insegnare loro che è grande colui che aiuta l’altro e non inganna o sfrutta il prossimo.
L’amore che ci muove verso i nostri figli a volte ci porta a voler anticipare i momenti della loro maturazione. Per scienza infusa, io direi attraverso l’affetto infuso vorremmo che facessero quella cosa o quell’altra e quando ciò non avviene sperimentiamo un senso di fallimento genitoriale. La verità è che facciamo fatica ad accettare che il nostro compito è quello di accompagnare senza sostituirci, cercare di mettere nella loro bisaccia quanto più bene possibile, pochi valori ma importanti, un piccolo Vangelo e l’amore per Maria… poi il resto devono scoprirlo da soli. A quel punto dobbiamo solo pregare che siano felici. Nel mio dizionario felicità è fare la volontà di Dio Padre. L’essenziale. Insomma la sfida è grande e non possiamo demandarla a nessuno. Non conformiamoci alla mentalità di questo mondo. Forza e coraggio. Chiediamo a Dio la luce necessaria.
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