Metodi naturali

Contraccettivi e piacere sessuale sono davvero amici?

coppia

Tolta la pillola, quali altri metodi rimangono? E perché dovrebbero impedire ad una coppia di godersi il rapporto che tradotto vuol dire divertirsi? Esiste diversa letteratura medica che spiega come i metodi naturali “di terza generazione” (Billings e sintotermici), se correttamente insegnati e applicati, abbiano un indice altissimo di affidabilità, paragonabile a quello della pillola estroprogestinica. 

Qualche tempo fa mi sono trovata a fare le congratulazioni ad una ragazza che aspettava il suo secondo figlio. Eravamo in confidenza, per questo si è sentita libera di dirmi: “Appena abbiamo smesso di usare le precauzioni io sono rimasta incinta. Mio marito ci è rimasto quasi male, e mi ha detto per scherzo: Non abbiamo fatto in tempo nemmeno a divertirci un po’”.

Sono una persona che dà molto peso alle parole e ho riflettuto a lungo su quella frase. A lungo, cioè, mi sono domandata che cosa volesse dire. E forse l’ho anche capito. Non potrò mai averne conferma (non mi sono azzardata a chiedere), ma penso di aver compreso alcune cose sul mondo della contraccezione e su come, di fatto, un po’ della bellezza di un rapporto si possa perdere quando si introduce “qualcosa di artificiale” o quando si compiono gesti “innaturali”. 

Conoscendo quella ragazza sono quasi sicura di poter dire che il problema di prendere la pillola non se lo sia mai posto: in generale, se può, evita medicinali e predilige i “rimedi naturali”. Sicuramente, la pillola non è un metodo che ostacola l’atto sessuale, ma – come ripete spesso una mia amica laureata in medicina e insegnante del metodo Billings – può avere, come ogni farmaco, delle conseguenze sul corpo della persona che lo assume (e viene da chiedersi se valga la pena usarla per vivere il gesto più naturale del mondo. È forse una malattia il sesso?).  Ad ogni modo, tolta la pillola, quali altri metodi rimangono? E perché dovrebbero impedire ad una coppia di godersi il rapporto (=divertirsi)?

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Ho ascoltato testimonianze di persone che usano il coito interrotto e che affermano di non avere mai, di fatto, un “rapporto completo”. Anzi, potremmo dire – senza mezzi termini – che il rapporto “si interrompe proprio sul più bello”. Nel momento di massima intimità – e anche di massimo piacere! – bisogna lasciar perdere. E subito. Una fatica, oltre che una fonte di frustrazione. Non ci si può godere fino in fondo, senza preoccupazioni, lo stare insieme. Si deve rimanere in allerta, massimamente concentrati. Al di là delle questioni etiche, il coito interrotto pone problemi proprio dal punto di vista della qualità del rapporto. Ricordo che al liceo la nostra professoressa di religione aveva affrontato l’argomento della contraccezione e aveva avuto il coraggio di dirci proprio questo, oltre a specificare che non è un metodo veramente affidabile ai fini di rimandare una gravidanza.

Per quanto riguarda il preservativo… abbiamo già parlato di come quello che in apparenza potrebbe sembrare “un semplice ed innocuo pezzo di plastica”, in realtà toglie naturalezza al gesto (nel momento di massimo trasporto, infatti, bisogna fermarsi e “attrezzarsi”) e ovatta le sensazioni. 

Vi avevo riportato, una volta, la testimonianza di Claudia, una donna cattolica che con il marito usava il preservativo, prima di approdare al metodo Billings. Lei testimonia che fare l’amore con il preservativo significa fare l’amore con una specie di guanto, che impedisce il contatto reale (come un guanto lo impedisce tra le mani). Quel pezzo di plastica è a tutti gli effetti un ostacolo non solo alla vita, ma anche all’unità degli sposi e alla naturalezza dell’atto. Personalmente parlando, ho perso molta fiducia nell’affidabilità del preservativo dopo che – nel giro di due mesi – una mia amica mi ha confessato di aver sfiorato una gravidanza (il preservativo le era “rimasto dentro”) e un’altra è rimasta effettivamente incinta (oggi ringrazia per quel preservativo fallace, perché ha portato in famiglia un bambino meraviglioso, ma il fatto che i genitori non sappiano ancora spiegarsi come sia potuto succedere, la dice lunga sulla presunta perfezione di questi strumenti).

Ad ogni modo, tanti non credono che esista un’alternativa ai contraccettivi che non sia far figli senza porre limiti. Eppure, anche se si è persone aperte alla vita, si può avere la necessità di rimandare una gravidanza. Che fare, allora? Su questo portale spesso si è parlato di coppie che hanno trovato equilibrio e appagamento usando i metodi naturali: non si assumono farmaci, non si usano strumenti che inibiscono il rapporto, non ci si deve interrompere sul più bello e sono gratis. E sì, funzionano. Non sono infallibili, come non lo è nessun metodo che non sia l’astinenza, ma non sono neppure riconducibili a delle mere leggende metropolitane.

Come spiegano Davide e Marina di Casa Betlemme, in un articolo pubblicato su questo portale: Quella della presunta inaffidabilità è la prima delle obiezioni tipiche che vengono rivolte ai metodi naturali. Ma è anche la più facile da smontare perché è sufficiente cercare altre informazioni e approfondire. Se vai oltre quello che ti propongono Google e la narrazione dominante, troverai infatti cose interessanti. Esiste diversa letteratura medica che spiega come i metodi naturali “di terza generazione” (Billings e sintotermici), se correttamente insegnati e applicati, abbiano un indice altissimo di affidabilità, paragonabile a quello della pillola estroprogestinica. 

Sono in tanti a confermare come, applicati in modo rigoroso, questi metodi permettano veramente di riconoscere i giorni fertili della donna e di vivere l’intimità nei periodi in cui fertile non è. L’unico “limite”? Doversi aspettare “qualche giorno” (e siamo sicuri sia un limite?). Quando poi, a beneficiarne, è la qualità dei rapporti. Per saperne di più è possibile documentarsi sul sito Confederazione Italiana Regolazione Naturale Fertilità –  Home (confederazionemetodinaturali.it)




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

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