Claudio Magris, un intellettuale decisamente contrario all’aborto

24 Agosto 2022

Dontworry, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons

Chi è Claudio Magris? Non è solo uno dei maggiori scrittori contemporanei ma anche un intellettuale onesto e geniale che ha fatto della vera laicità una bandiera. Non quella ottusa di molti che pretendono di negare a priori ogni etica fondata su principi sicuri, ma la laicità intelligente che cerca di sostenere con la ragione questi principi rendendoli a loro volta ragionevoli. 

«Il dottor Velicogna ha una sua teoria circa i modi più sicuri per salvare un matrimonio: il mio, per esempio, blatera davanti alla sua birra… si è salvato anche grazie a quella stupidata di passare, un paio di volte, tutta la notte fuori casa, così ho aperto gli occhi e ho capito. Anche al più irreprensibile capita di trovarsi, senza sapere bene come, impicciato in qualche affaretto… Ma spesso, già quasi all’inizio, ti chiedono di fermarti da loro tutta una notte… e come si fa a dire di no, io almeno ho sempre provato stupore e gratitudine se piacevo a qualcuna e mi pareva brutto non essere gentile. Ma grazie a quella gentilezza il palco cascava presto… Perchè dopo un po’, a letto, cosa volete che uno faccia? Non è mica la tua donna, quella che passa insieme a te attraverso il viavai e il putiferio delle cose – con lei sì che non ti stanchi mai, neanche a starle vicino, così, senza far niente, a sentire la sua spalla e il suo respiro».

Claudio Magris non è solo uno dei maggiori scrittori contemporanei ma anche un intellettuale onesto e geniale che ha fatto della vera laicità una bandiera. Non quella ottusa di molti che pretendono di negare a priori ogni etica fondata su principi sicuri, ma la laicità intelligente che cerca di sostenere con la ragione questi principi rendendoli a loro volta ragionevoli. 

È questa attitudine che lo ha portato, insieme al suo maestro Norberto Bobbio, a prendere precocemente posizione contro l’aborto e a favore delle donne tentate da quella soluzione; in questo favorito dall’esperienza della moglie Marisa Madieri, intrepida responsabile del CAV di Trieste che oggi – dopo la sua prematura scomparsa nel 1996 – reca il suo nome. (Magris ha raccontato questa sua militanza familiare nella splendida prefazione a Donne in cerca di guai, la raccolta di testimonianze dai centri di aiuto alla vita pubblicata nel 2018 da Interlinea). 

Quello sopra riportato è lo stralcio di un capitolo di Microcosmi, uno dei suoi libri più godibili (Garzanti 1997) in cui sono magistralmente messe a fuoco piccole occasioni di vita portatrici però di grandi significati. Nel nostro caso il racconto, ambientato in lente movenze teatrali nello storico Caffè San Marco di Trieste, s’incentra sulla figura del dottor Velicogna che racconta di una stupidata – come la chiama –  commessa con una ragazza disponibile. E sin qui niente di originale. 

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Il fatto è che, consumato il rapporto, si trova spaesato e non sa che fare, dovendo tirare il mattino: perché il sesso da solo può giusto essere un interessante passatempo ma non riempie la vita. Così, quando finalmente arriva l’alba e sente lo sferragliare dei primi tram, il povero dottore si sente sollevato e – come si legge poco oltre il passo sopra citato – “pieno di rispetto per l’Azienda Comunale dei Trasporti e i suoi araldi antelucani” che annunciano la prossima fine dell’imbarazzo.

Come si vede, da una premessa amorale, Magris riesce a trarre una riflessione profondamente morale, di cui egli stesso è consapevole (“Bisogna che glielo dica a padre Guido – dirà ancora più avanti – … Magari lui ne tira fuori un bell’argomento per una predica sul primato del matrimonio”). Nello stesso tempo, memore dell’insegnamento evangelico, si guarda bene dal giudicare “quelle brave figliole” che hanno finito per condurlo sulla retta via e soprattutto alla conoscenza di se stesso.

Nei suoi scritti Claudio Magris – felice eccezione nel panorama intellettuale contemporaneo – ha più volte messo in luce l’aspetto epico, grandiosamente creativo, della vita coniugale e familiare. Qui lo fa, argutamente, con un’osservazione che ribalta i termini della questione facendo piazza pulita di ogni moralismo (che sarebbe la tomba della vera morale).

Eppure tra l’amore biblico e cristiano, creativo strumento di conoscenza reciproca a cui non è estranea la carezza di Dio, e quello appiattito sull’edonismo a buon mercato oggi imperversante, direi proprio che non c’è partita. 

Provare per credere!




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Gianni Mussini

Gianni Mussini, quinto di otto figli, è nato a Vigevano nel 1951. Laureato a Pavia, alunno dell’Almo Collegio Borromeo fondato da san Carlo (e citato da Manzoni nei Promessi sposi). Docente di Lettere (da ultimo al Liceo classico “Ugo Foscolo”), ha anche insegnato per 12 anni alla Scuola interuniversitaria lombarda per la formazione degli insegnanti. Autore di due libri di poesia (tra cui Rime cristiane eccellentemente recensito dal Corriere della sera e da Avvenire) e di molti studi ed edizioni specialmente sul poeta Clemente Rebora, ma anche su altri autori (tra cui Jacopone da Todi, Cesare Angelini, Manzoni), per Garzanti, Scheiwiller, Piemme, De Agostini, Storia e Letteratura. Ha collaborato a testi scolastici (La Scuola, Le Monnier, De Agostini) e raccolto in volume testimonianze di Vite salvate (Interlinea, Novara, con prefazione di Claudio Magris), ora moltiplicate nel volume Donne in cerca di guai, uscito nel 2018. Per 8 anni è stato presidente dei Centri di aiuto alla vita della Lombardia e per 12 vicepresidente nazionale del Movimento per la vita. Dal 2005 al 2012 ha invece presieduto il Consultorio familiare onlus di Pavia (dedicato al servo di Dio Giancarlo Bertolotti), del quale è stato fondatore. Ha organizzato diversi convegni, nazionali e internazionali, sui temi della vita e della famiglia, e anche corsi di aggiornamento, anche letterari, rivolti a insegnanti. Per 17 anni ha infine organizzato il Festival nazionale “Cantiamo la vita”, con la partecipazione di ospiti di fama internazionale. Last not least. È sposato con Maria Pia, e con cui ha generato Cecilia, Giacomo e Lorenza.

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