1 Ottobre 2022

Voce alle donne che hanno abortito!

Giorgia Soleri: influencer, modella e scrittrice di 26 anni, si legge dal suo profilo. Ma essere una influencer è un lavoro? Chiedo per la mia ignoranza del caso. Comunque questa bella ragazza è la fidanzata del più celebre Damiano del gruppo musicale dei Maneskin. Io non sapevo fino a ieri chi fosse ma suppongo perché appartengo ad un’altra generazione.

Mi sono però imbattuta in un video di un suo incontro pubblico recente in cui lei si dice preoccupata per le conseguenze che l’elezione di Giorgia Meloni a primo ministro porterà in Italia rispetto alla legge 194. Non entro nella diatriba politica, voglio solo evidenziare la grande tenerezza che questa ragazza mi ha fatto. Lei racconta che all’età di 21 anni ha abortito, recandosi in un consultorio della sua città e di aver vissuto un trauma così grande tanto che ha sognato feti morti abortiti per anni. Ma nonostante questa tragica esperienza difende a spada tratta la legge e incita a vigilare perché nessuno tolga alle donne questo “diritto”.

Esco dalla storia personale di questa ragazza. Non è mia intenzione dare un giudizio. Tra l’altro da madre provo per lei una grande tenerezza. È solo che vorrei dire alle ragazze come lei che questa cosa dell’aborto sicuro, che rispetta la donna e il suo diritto a fare del proprio corpo ciò che vuole è una grande menzogna. Non è una passeggiata e tante donne se avessero più coraggio e anche più onestà intellettuale lo direbbero e lo ammeterebbero. Ma mi rendo conto che non è semplice. Sono passata anche io attraverso il buio di un aborto spontaneo e le conseguenze non dipendono dal desiderio o meno di voler tenere quel bambino.

La sofferenza è oggettiva perché è biologicamente scritta nel nostro corpo la capacità e l’attitudine all’accoglienza, il nostro corpo è fatto per accogliere una vita e quando questa viene strappata via attraverso un aborto – procurato o naturale – il nostro corpo ne soffre. Dal primo istante esso, infatti, si prepara a difendere quella piccola scintilla, a mettere in atto tutta una serie di procedure perché quel frammento di vita sia custodito. Strapparlo è innaturale e porta conseguenze che dal piano biologico si riversano su quello psicologico.

Il nostro corpo è un tutt’uno, corpo e mente, anima e sentimenti. Basterebbe questo a spiegare che non siamo nate e non siamo fatte per abortire. Basterebbe questo per dire che desideriamo essere aiutate a custodire questa specificità non a ignorarla o addirittura a contrastarla. Basterebbe questo per dire che il dolore, anche se muto, resta purtroppo anni. Conosco donne che ne parlano ancora a 70, 80 anni come un trauma della loro vita. Perché non diamo voce anche a queste donne? Aiuterebbe tantissimo, ne sono certa.


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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1 risposta su “Voce alle donne che hanno abortito!”

Grazie Giovanna. Proprio così. Anch’io ho incontrato e ascoltato donne che hanno praticato un aborto. Non una ne era fiera o soddisfatta. Noi uomini abbiamo il bel dovere di difendere la vita nel grembo, di parlarne, di proteggerla almeno a parole. Aiuteremmo anche le donne, specialmente le giovani.

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