Guerra in Ucraina

“Iryna, giovane madre, mi ha mostrato cosa significa fuggire dalla guerra”

di Filomena Civale

Qualche tempo fa ho conosciuto Iryna, una giovane donna, sposa e madre, fuggita dalla guerra mentre il marito era ancora là ad “aiutare” la sua gente. Ho pensato che oltre all’immenso dramma della morte e della distruzione esiste un altro dramma: quello delle famiglie divise.

Non sono mai stata amante dei grandi “ideali astratti” e nemmeno delle grandi intenzioni di preghiera. Ho sempre storto il naso quando venivo invitata a pregare per la pace, per le vittime dei terremoti, contro la fame nel mondo, calamità e quant’altro. Questo perché per pregare e cioè per legare il cuore a un’intenzione ho bisogno di legarla ad un volto, ad una storia, ho bisogno di entrare nelle pieghe del dolore, ho bisogno che nel mio cuore nasca la compassione e cioè la condivisione concreta di quel vissuto e sofferenza. 

Per questo, per quanto vicina possa essere, e tremendi i racconti di quanto stia ogni giorno accadendo in Ucraina, quasi mi è capitato di dimenticarlo, tanto la nostra quotidianità è lontana da questa realtà. 

Da novella sposa (e lavoratrice per quasi 12 ore al giorno), dovendo trasferirmi lontano dalla città di origine, mi sono preoccupata di trovare qualcuno che mi aiutasse nei primi tempi nelle faccende di casa. 

È arrivata Iryna, una giovane donna, di qualche anno più grande di me. Moglie, madre, una donna bellissima. Ogni volta che ci vediamo mi regala un sorriso, come se il Suo Paese di origine non fosse in guerra e non avesse lasciato il marito lì per rifugiarsi in un Paese più sicuro. In Ucraina il suo lavoro è ben diverso da quello della domestica (lavorava in una Banca) eppure non ha mai rivendicato nulla, ha fatto quanto doveva con impegno e umiltà. 

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Ogni volta è andata via con un “Grazie”, fino a quando, dopo cinque mesi, mi ha comunicato che sarebbe tornata in Ucraina.

Il marito è lì, per gli uomini non è possibile lasciare il Paese, e poi “lui non vuole perché vuole aiutare”. Da giovane sposa ho pensato che oltre all’immenso dramma della guerra esiste un altro dramma, magari meno importante per la società ma più importante per il cuore delle persone. È il dramma delle famiglie divise, delle donne e dei bambini che devono scegliere se salvare la loro vita e quella dei figli o restare accanto al coniuge. Penso alla coniugalità ferita, ai tempi non calcolabili, al pericolo continuo. 

La casa di Iryna è ancora intatta, ma la strada accanto è stata completamente distrutta dai bombardamenti dell’ultima settimana. Nonostante ciò, ha scelto comunque di partire con le sue figlie. 

La sua storia ha ferito il mio cuore, la sua presenza discreta e affettuosa in questi mesi ha accompagnato gli inizi del mio matrimonio e la preghiera per questo popolo si condisce del dolore per le tante Iryna che lottano per il bene della loro famiglia.




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