“Non verrà nessuno, è freddo”, poi la folla di prostitute e drogati intorno all’Eucaristia

Oggi, la quinta ed ultima parte della storia di Andrea. Dopo una vita di spaccio e abusi, tornato da Medjugorje rigenerato, sente il desiderio di portare Gesù Eucaristia per le strade. È una sera d’inverno. I sacerdoti sono scettici: “è freddo, non verrà nessuno”, invece si raduna una folla di prostitute e spacciatori che iniziano a pregare…  

Andrea sorride, mentre gli chiedo quanti ha. “Ne ho 36, ad ottobre 35!”, risponde.

Ama scherzare, ha un profondo senso dell’umorismo. Eppure, dietro al suo sorriso, si nascondono profonde cicatrici, anni vissuti nel buio, all’ombra della morte. Non quella fisica (sebbene si sia fatto tanto del male, usando le sostanze e tagliandosi, quando la vita gli sembrava invivibile), ma soprattutto quella spirituale. E dai suoi racconti capiamo che non c’è morte peggiore di quella del cuore.

Vi ho già parlato di lui, del suo passato, quindi non mi dilungo troppo. Mi limito a ricordarvi che, dopo anni di spaccio, abusi, violenze, convivenze, matrimoni iniziati e finiti, figli generati ma non accuditi, quattro anni fa si converte a Medjugorje, dove era finito in modo “casuale”. Che poi, come diceva Padre Pio, il caso è il Dio degli sciocchi. Andrea è stato chiamato per nome a una vita nuova, è stato salvato, da un volto, da una persona: Cristo.

Prima di lui, anche il resto della sua famiglia aveva iniziato un percorso di conversione e di guarigione: “Mio padre è tornato ai sacramenti, si è addolcito, ha iniziato a rispettare di più madre. Ho un fratello catechista e uno diacono…”, mi dice.

Ma chi è oggi Andrea? 

Dopo aver ottenuto la nullità per il matrimonio precedente, lo scorso maggio si è sposato a Nazareth, con una ragazza conosciuta in un centro antiviolenza. Lui, inizialmente, voleva solo offrirle supporto spirituale e avvicinarla ai sacramenti. Questo è avvenuto, ma al contempo i due si sono innamorati e hanno deciso di sposarsi con rito religioso nel luogo in cui è nata Maria, poiché anche lei, la moglie, deve la sua conversione alla Madonna. Infatti, ha conosciuto Andrea dopo aver chiesto davanti a una statua della Madonna: “Non salvare me, ma i miei figli”. 

La moglie di Andrea è madre di due ragazzini di 8 e 9 anni. Andrea oggi è un ottimo padre per loro e per Anita, la sua seconda figlia, di cinque anni, e sta cercando, con tutti i mezzi, di recuperare i rapporti con il primo figlio. A breve, dovrebbe ricevere il permesso di vederlo per la prima volta dopo tre anni di impegno legale e di preghiere.

Nel suo cammino, ad un certo punto, incontra Stefano, direttore di una radio cattolica (RGA, Guidonia), che gli permette di collaborare con la radio. Oltre ad intervenire in radio per portare la sua testimonianza di resurrezione, iniziano a collaborare con il progetto di evangelizzazione di strada, che è, spiega, la prima vera lotta contro il male

Nelle strade manca il Signore. – afferma – C’è troppo caos. Bisogna scendere nelle piazze, nelle strade con Gesù Eucaristia.

Leggi anche: “Entrai nel confessionale in peccato mortale, lì accadde il miracolo”: la storia di Andrea (parte 4) (puntofamiglia.net)

Ed è proprio quello che ha preso a fare, accompagnato da sacerdoti inizialmente scettici: “Ma è freddo, non verrà nessuno…”

E invece, davanti ai loro occhi, sin dalla prima esperienza, si è stagliata una folla di duecento persone: famiglie, bambini, giovani, ma tra loro anche tossicodipendenti, spacciatori, prostitute

Non so se avete presente il passo del Vangelo in cui Gesù racconta una parabola e dice: “Andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali (Mt 22,1-14).

Ecco, è proprio quello che ci racconta Andrea. Una sala che si riempie, anche di persone snobbate o perfino scartate dalla società.

Spesso, durante questi momenti, portano con loro due ceste. In una c’è scritto: “Gesù ti ascolta”, dove queste persone disperate trovano dei fogli e delle matite per scrivere a Gesù le loro richieste, e in un’altra c’è scritto: “Gesù ti parla”, in cui trovano versetti del vangelo che, puntualmente, rispondono proprio alla domanda messa nel primo cesto. Inizialmente alcuni sono scettici, ma poi si fidano.

“Sostano un attimo davanti al Santissimo Sacramento, fanno un minuto di adorazione, poi si avvicinano alle ceste e ogni volta vediamo miracoli!” 

Gesù è vivo!”, testimonia Andrea. Cosa aspettiamo allora a portarlo a tutti, a partire dagli ultimi? Perché non ci impegniamo in tutta Italia, in tutto il mondo, ad organizzare missioni come queste? Ci crediamo o no che Gesù è realmente, divinamente, presente in quel pezzo di pane consacrato? E ci crediamo o no che siamo noi oggi le gambe con cui può camminare lungo strade?  Andrea, che dallo scorso settembre ha una libertà limitata perché deve scontare una pena per reati del passato, fa esperienza quotidiana di grazie immense, come quella volta che in un due giorni è riuscito a convincere un amico benestante a finanziare un progetto in Africa con la cifra di ben 10 mila euro. Ma la grazia più grande, lo sa bene, è la guarigione del suo cuore. Non ha timore di dire che è stato Cristo Eucaristia a liberarlo dalla droga. “Ho speso 3500 euro per pagare uno psichiatra del Nord Italia per fare un percorso di disintossicazione, ma in tutta sincerità, con la medicina io non sono mai riuscito a venirne fuori… Quanto è potente Gesù – mi dice con le lacrime agli occhi, alla fine della nostra chiacchierata – Non dobbiamo vergognarci di portarlo ovunque, è Lui la nostra salvezza…”.




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

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