
23 Novembre 2022
Se vuoi la vita
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 21,12-19)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza.
Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».
Il commento
“Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita” (21,19). L’annuncio delle persecuzioni si conclude con un’esortazione che invita a custodire il Vangelo. La parola chiave è racchiusa nel vocabolo hypomonē: letteralmente significa restare sotto, cioè non sottrarsi alle proprie responsabilità. Solo l’amore può dare la grazia di vincere l’istintiva paura e di perseverare, malgrado gli ostacoli e le minacce. In alcuni casi, questa fedeltà si paga con la vita. E invece, a colui che resta fedele Gesù promette la vita. In greco troviamo un verbo [ktáomai], tradotto con salvare, che in realtà significa acquisire, ottenere, come di chi conquista o acquista qualcosa. Mi piace tradurre così: “Con la vostra perseveranza riceverete la vita, vincerete la tirannia delle emozioni e acquisterete piena padronanza di voi stessi”. Chi ha il coraggio di consegnare la propria vita nelle mani di Dio e si lascerà condurre da Lui, sarà padrone della sua vita.
Con la perseveranza custodiremo la fede, la nostra e quella degli altri. Se infatti daremo buona testimonianza, aiuteremo anche gli altri fratelli della comunità a non fuggire dinanzi alla fatica e a vivere con responsabilità il ministero ricevuto. “Avete solo bisogno di perseveranza” (10,36), scrive l’Autore della Lettera agli Ebrei. Se è così, dobbiamo chiedere più spesso la grazia della perseveranza per non smarrire la strada e/o non fermarci a metà strada. Oggi preghiamo in modo particolare per quei cristiani che, proprio a causa della fede, sono perseguitati o emarginati. Sopportare la sofferenza non è facile ma ancora più difficile è restare fedeli sapendo che impedisce di dare ai figli un futuro dignitoso. Penso ad Asia Bibi, un’umile contadina del Pakistan che ha vissuto dieci anni in carcere pur di non rinnegare la sua fede. Durante tutto questo tempo non ha potuto vedere i figli né aveva alcuna certezza circa il loro futuro. La sua eroica testimonianza non è passata inosservata ed è seme di fedeltà per tutti coloro che sono duramente perseguitati. È questa la fede che oggi chiediamo.
Briciole di Vangelo
di don Silvio Longobardi
s.longobardi@puntofamiglia.net
“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.
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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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