Ero bloccata completamente in auto in un serpentone che attraversava Nocera nell’ora di punta delle 18. Dopo una giornata intensa cominciavo a sentire tutta la tensione salire fino alla nuca e stringere in una morsa anche i pensieri. La radio trasmetteva Supereroi di Ultimo ed io fantasticavo sulla possibilità di avere poteri speciali per uscire dal traffico intenso e arrivare puntuale al mio appuntamento dall’altro capo della città. Ma non sono dotata di queste capacità, almeno per ora e prima che l’attesa si trasformasse in impazienza dovevo occupare quel tempo.
Dopo aver mandato un messaggino alla persona che mi attendeva, ho deciso di dedicarmi ad una delle attività che inesorabilmente porto avanti forse da quando sono nata: la programmazione prossima della mia vita. La scrivania del mio ufficio in redazione è piena di fogliettini con tanto di date ed elenchi di cose da fare, persone con cui parlare, obiettivi economici da raggiungere, liste della spesa, libri da leggere o menù di cene con amici. Non potendo scrivere mentre guidavo, a mente ripercorrevo gli impegni di questo fine settimana con una sbirciatina all’agenda dello smartphone. Ho cercato di abortire subito la frase che si faceva spazio nel turbinio di pensieri, prima che uscisse dalla bocca e qualcuno vedendomi parlare da sola in auto avrebbe pensato ad una donna in preda ad una crisi di nervi. Ma anche di soffocare la paura che spesso mi assale di fronte alla responsabilità delle persone e delle attività che mi sono state affidate.
Così ho tirato fuori dalla borsa con la mano destra il Vangelo tascabile che porto sempre con me. Una bella intuizione di un viaggio in Umbria. È davvero piccolo e leggero, comodissimo e del mio colore preferito. Eravamo a questo punto completamente fermi da almeno cinque minuti. L’ho aperto e ad aspettarmi c’era la donna emorroissa con la sua granitica certezza: “se lo tocco è fatta”. Nelle sue condizioni di debolezza – fisica e interiore – avrebbe potuto cercare altre soluzioni e invece caparbiamente e con ostinazione ella vince la paura andando incontro a Gesù. Non ha paura di restare delusa, l’amore le dona il coraggio di rischiare il tutto per tutto.
Ripenso alle mie paure. In primis quella di perdere il controllo su di me e sulle situazioni. Quando la delusione imprigiona la speranza, la prima forma di difesa è la diffidenza, la chiusura, la paura che gli altri possano farci soffrire. Ma come ci ricorda don Fabio Rosini: “la paura di soffrire è l’anima dell’accidia, quell’atteggiamento per cui cerco di sottrarmi alla fatica di amare ed evito tutto ciò che mi minaccia”. La donna del Vangelo invece si fida di quella luce, di quell’intuizione del cuore, è mossa solo d quell’amore che in lei ha riacceso la speranza, se lo tocco guarirò.
Che grande consolazione avere sempre una piccola luce che ti guida, quella “ispirazione” (che è appunto dono dello Spirito) che non ti fa rinchiudere nella paura di deludere se stessi o gli altri ma ti fa procedere con gioia vincendo ogni forma di accidia, con il cuore proteso verso l’Amore. È la mia grande Santa Teresa di Gesù Bambino ad esprimere così bene questo pensiero quando nel Manoscritto B scrive: “Come può un’anima così imperfetta come la mia aspirare a possedere la pienezza dell’Amore? O Gesù! mio primo, mio solo Amico, tu che io amo UNICAMENTE, che mistero è questo? Perché non riservi queste immense aspirazioni alle grandi anime, alle Aquile che si librano nelle altezze?… Io mi considero invece un debole uccellino coperto solo da una leggera lanugine, non sono un’aquila, dell’aquila ho semplicemente gli occhi e il cuore perché nonostante la mia piccolezza estrema oso fissare il Sole Divino”.
Osiamo fissare Gesù pur nelle nostre debolezze perché sappiamo con gli occhi del cuore che lì c’è tutta la nostra gioia. Le fatiche, le delusioni, gli schiaffi dagli amici, le imperfezioni e le cadute che vediamo in noi…tutto si ricompone in Lui. Mentre parcheggiavo arrivata al mio appuntamento con un’ora di ritardo pensavo: “Il mio supereroe è Lui, Gesù …perché l’amore passa e Lui non passa mai perché è l’Amore”.
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