29 Novembre 2022

La tragedia di Ischia e il perché del dolore innocente…

Noi giornalisti raccontiamo i fatti non per dare spettacolo delle tragedie, né per un gusto perverso di dare spazio al macabro. Qualcuno parla di pornografia del dolore. È il contrario, il giornalismo accompagna la speranza, racconta le storie per farle uscire dall’oblio dove il fango le ha sepolte, segue gli eventi nel nascosto desiderio che un miracolo si compia e una persona ri-nasca viva dalle tenebre.

Mentre scrivo le agenzie battono la notizia dell’ottava vittima della tragedia di Ischia. Il fango, che ha devastato una zona di Casamicciola Terme, in seguito all’alluvione di sabato mattina, continua a restituire corpi senza vita. Le squadre di soccorritori che lavorano in via Celario hanno individuato ed estratto Michele, il ragazzo di 15 anni, fratello di Francesco e Maria Teresa, i cui corpi erano stati ritrovati nella giornata di domenica 26 novembre. Ancora dispersi i genitori, Gianluca e Valentina. Un’intera famiglia. Li vedo sorridere nella foto molto recente scattata al porto dell’amata isola tutti e cinque. Si tengono per mano e sorridono felici. Gianluca aveva portato la sua famiglia a vivere lassù perché c’era spazio per il cavallo e due muli, erano la sua passione. 

Insieme alla famiglia Monti, anche un’altra giovanissima coppia: Maurizio e Giovanna e il loro piccolo Giovangiuseppe di appena 22 giorni. Era nato il 4 novembre scorso. E poi Eleonora, Salvatore, Nina… dobbiamo ricordare i nomi, imprimerli nella mente e nel cuore, conoscere le loro storie. Davanti a tragedie come queste non possiamo girare la testa dall’altra parte. Non possiamo solo rammaricarci o lanciare una preghiera al Cielo per liquidare la faccenda.

Il dolore ha bisogno di esser guardato, accolto, presentato a Dio con cura. Ricordo come se fosse ieri la tragedia che colpì Sarno, il 5 maggio del 1998. Sono scampata anche io quella sera alla furia della montagna mentre provvidenzialmente la mia auto si arrestava ogni due metri avanzando verso Sarno per un incontro di catechesi con i giovani. Quando per la terza volta si fermò senza un motivo apparente, decisi di tornare indietro. Non mi ritrovai in viale Margherita proprio nell’ora della tragedia. Quell’esperienza mi lasciò addosso il brivido della morte. Tanti amici furono salvati, altri no. L’indomani andai anche io sul luogo perché il mio fidanzato era stato chiamato per le operazioni di soccorso e ricordo le case squarciate dal fango, l’odore del fango, il silenzio della morte.

Guardo le immagini di Ischia e le domande riaffiorano come allora prepotenti. E come 24 anni fa vedo per un momento la mia fede sepolta sotto quel fiume di fango e come tanti non so darmi una risposta al perché tutto questo accade. Perché Dio permette questo se ci ama? Perché ad un bambino di appena 22 giorni non è data la possibilità di crescere con i suoi genitori? Non ho risposte. So solo che di fronte al dolore inspiegabile o si diventa disperati o si risponde con l’amore. Quell’amore che ho visto nei sopravvissuti della frana a Sarno, quello grande e immenso dei soccorritori di Ischia, delle persone del posto che pregano incessantemente. Altri appureranno colpe e responsabilità. Noi lasciamoci ferire dal dolore. Non abituiamoci alle tragedie. Non ci rinchiudiamo in quel sospiro veloce e cinico del “meno male non è accaduto a me”. Lasciamoci attraversare dalla sofferenza e chiediamo a Dio di renderci migliori.


Vai all'archivio di "Con gli occhi della fede"




Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

ANNUNCIO

ANNUNCIO

Vai all'archivio di "Con gli occhi della fede"

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.