Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 4,18-22)
In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedèo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.

Il commento

“Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono” (4,20). L’avverbio mi commuove, lo troviamo due volte in questo scarno racconto (4, 20.22). Anche se la vicenda si è storicamente realizzata in più tappe, l’evangelista ha voluto sottolineare non solo la disponibilità ma anche la tempestività. Dinanzi alla chiamata di Dio non bisogna tentennare né calcolare, occorre semplicemente accogliere con tutta umiltà e con l’unico desiderio di corrispondere alle attese di Dio. La vocazione non è un peso ma una grazia perché offre la possibilità di partecipare alla storia di Dio. Quando Dio chiama e chiede qualcosa ci coinvolge in un’avventura imprevedibile e straordinaria. Non possiamo tirarci indietro. Quel “subito” indica la disponibilità del cuore, solo l’amore può determinare una risposta così immediata e generosa. Quel subito non appartiene solo agli inizi della vocazione ma accompagna la vita quotidiana. Ogni giorno dobbiamo chiederci cosa possiamo fare oggi per far risplendere la luce del Vangelo. Non possiamo rimandare, dobbiamo rispondere oggi stesso. E dobbiamo farlo anche se le condizioni non sono o non sembrano tutte favorevoli, anche quando non sentiamo di avere le energie necessarie. La vita è piena di ombre e di peccati, ostacoli e resistenze. L’eccomi ci purifica e ci santifica. Ma un vero eccomi costa, mette alla prova la nostra disponibilità, chiede di andare oltre i confini che abbiamo messo immaginato. È questa la via che percorre Teresa di Lisieux: “Che grazia quando al mattino non ci sentiamo un briciolo di coraggio, un briciolo di forza per praticare la virtù!” (LT 65, 20 ottobre 1888).

La festa di un apostolo ci fa tornare a quei primi giorni in cui la luce risplende in tutta la sua pienezza. I giorni in cui ha avuto inizio la grande avventura, quella che arriva fino ai nostri giorni e accompagna tutto il cammino della storia. E noi siamo certi che, malgrado le opposizioni e le persecuzioni, nessuno potrà soffocare la voce di Dio. Oggi chiediamo la grazia di custodire il nostro eccomi.