“Il sesso può essere dono di Dio o schiavitù del demonio”. Ecco alcuni esempi…

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A volte la zizzania e il grano crescono così vicini da confondersi, ma dai frutti si riconosce la pianta. Nella sfera della sessualità, dove sta il grano e dove la zizzania? Fare l’amore può essere un’esperienza di Cielo. È così quando ci sono rispetto e tenerezza. Dove sta il nemico invece? Nel sesso vissuto come sopraffazione.

Un giorno, un sacerdote mi ha detto: “Il nostro cuore è un campo di battaglia, dove Dio, che vuole il bene, e il demonio, che vuole il male, si affrontano”. 

Noi scegliamo chi seguire e da che parte stare. Se portare Dio nel mondo, attraverso la nostra vita, o il suo nemico. Che responsabilità che abbiamo. Ognuno di noi può essere segno della presenza di Dio. Oppure, al contrario, può essere segno della presenza del diavolo. Non è per fare terrorismo psicologico, per incutere sensi di colpa inutili o svilire la bontà di cui siamo capaci: è che può succedere. La distruzione delle guerre, le violenze sui bambini, la corruzione sono solo esempi di questa possibilità. E quante volte – senza arrivare ai casi più estremi – ognuno di noi non sta dalla parte di Dio?

In ogni cuore è presente la lotta, questa tensione al bene e questa tentazione verso il male.

È presente nel mondo, appunto, dove grazia e peccato sono ancora mescolati – seppur ben distinguibili. Mescolati fino alla mietitura, che Gesù ci assicura arriverà.

A volte la zizzania e il grano crescono così vicini da confondersi, ma dai frutti si riconosce la pianta. Con la zizzania non ci fai nulla, con il grano ci fai il pane. E il pane nutre. Dove c’è cura, dove si nutre (la pancia, ma non solo: dove si nutre la stima, la pace, la concordia) lì c’è Dio. 

Dove si perde tempo in cose di poco conto, dove si distrugge, dove si denigra e si odia, lì c’è il nemico. 

E nella sfera della sessualità? Dove sta il grano e dove la zizzania?

Fare l’amore può essere un’esperienza di Cielo, di Paradiso. Come spiega Nicoletta Musso, sessuologa e consulente famigliare, di cui abbiamo parlato in un precedente articolo, l’intimità sessuale di due persone che si amano è un’esperienza stupenda, che accresce la fiducia reciproca: i due si affidano, si consegnano liberamente l’uno all’altra, sperimentano un senso di custodia. 

Il sesso è sacro e possiamo permettere a Dio di essere nell’amore che ci scambiamo. Vale a dire? Certamente, il sacramento nuziale rende fisicamente presente Cristo nell’amore reciproco di due sposi, e questo lo sanno bene i coniugi che hanno fede e che sperimentano questa dolce presenza. Ma se dovessimo dire in che modo Gesù si manifesta nell’intimità… beh, lo riconosciamo in una caratteristica essenziale: la tenerezza. Che è poi la componente che distingue il sesso tra animali e l’intimità sessuale tra persone. 

Dove sta il nemico invece?

Certamente è presente ogni volta che il sesso è vissuto nella sopraffazione. Se Dio valorizza l’unicità della persona, la conoscenza profonda, l’accoglienza piena nella libertà, il demonio non guarda in faccia nessuno, non cura i sentimenti, non accoglie. Schiavizza.

Leggi anche: “Il demonio odia l’intimità sessuale tra gli sposi” (puntofamiglia.net)

Ecco dov’è Satana: nel sesso vissuto come schiavitù. Come vizio che non tiene conto del cuore (proprio o dell’altro).

Se la massima presenza di Dio è nella donazione carnale di due persone che si conoscono e si custodiscono per tutta la vita, la massima espressione della presenza di Satana nel sesso è nell’atto opposto: lo stupro.

Ho appena letto una notizia da brivido, dove una ragazza raccontava lo stupro che aveva subito. 

La spietatezza del suo aggressore era diabolica. Tanto che ho pensato: “è il diavolo ad odiare questa ragazza, e si è servito di quell’uomo per farle così del male”. 

Perché il demonio è il male. Noi non siamo il male: possiamo diventare strumenti di male. Siamo diabolici quando mettiamo la nostra mente, le nostre mani, le nostre parole al servizio del Male, del diabolico per eccellenza. 

Come spiega mirabilmente don Fabio Rosini, il male ci trascende, ma si serve di noi per dilagare nel mondo

Al tempo stesso, Dio ama quella ragazza. È nei carabinieri che hanno accolto la sua denuncia, nell’amore dei famigliari che ora la curano, nelle amiche che le stanno accanto. E Lui stesso, Gesù, è vivo in quelle piaghe. Lui che si identifica negli oppressi, nei poveri, nelle vittime di violenza, soffre nella carne e nel cuore di quella povera donna. Come gioisce nel cuore di due sposi che si donano.

Ce lo garantisce Gesù: “Ogni volta che avete fatto questo ad un mio fratello, lo avete fatto a me”. 

Fare l’amore è un’esperienza di cielo, si sperimenta il calore di Dio. 

Lo stupro è una delle invenzioni più abominevoli del demonio: costringi qualcuno ad entrare “in intimità” (che razza di intimità è, poi?) con la violenza, lasciando segni indelebili nella vittima, che si sente impotente e umiliata.

Come fare per educare i giovani al rispetto di sé e dell’altro?

Dobbiamo mostrare sin dalla pubertà la bellezza di una sessualità pulita, limpida, che sia canale dell’amore.

Dobbiamo aiutare a vedere che dove c’è indifferenza e dove c’è violenza, non ci guadagna nessuno. 

Dobbiamo pregare perché il demonio se ne vada dalla sessualità, terreno in cui, purtroppo, si sente forte, perché gioca su tante debolezze. Ne va della salvezza di tante anime. Già ora.

A volte mi dicono: “Chi fa tanto del male andrà all’inferno”. Io non so chi andrà all’inferno e chi no, nell’eternità, ma so che già qui si può sperimentare l’inferno. Inferno è solitudine. È vivere nel non-amore… è schiavizzare gli altri, invece di considerarli un dono.




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

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