IL DRAMMA DELLA PROSTITUZIONE

OnlyFans: cos’è, come funziona e perché è di fatto prostituzione?

OnlyFans non è il classico social: attraverso questo strumento le ex insegnanti, ex commesse, studentesse non fanno altro che prostituirsi online. 
Nulla di vietato dalle norme, ma è bene chiamare le cose con il loro nome. Non scandalizzarci più di nulla non significa essere al passo coi tempi, ma essere “né caldi, né freddi”.

Confesso la mia ignoranza. È da qualche settimana che vedo rimbalzare su giornali e TV nazionali questa esaltazione del successo di OnlyFans. 

Pensavo fosse l’ennesimo social che si aggiungeva a Twitter, Facebook, TicToc… Ingenuamente credevo che quei titoloni sul “fare soldi con OnlyFans” fossero una banale esaltazione dello spirito del self-made man o self-made woman. 

Confesso che di fronte a questi titoli la mia soglia di interesse è molto bassa; preferisco rivolgere altrove le mie attenzioni. Eppure, a un certo punto la curiosità giornalistica ha prevalso e finalmente ho capito: OnlyFans non è il classico social, attraverso questo strumento le tanto esaltate ex insegnanti, ex commesse, studentesse e quant’altro non fanno altro che prostituirsi online. 

Nulla di vietato dalle norme, sia chiaro, ma è bene chiamare le cose con il loro nome.

Su OnlyFans ciascuno può mettere in vendita video delle proprie performance sessuali, ostentare il proprio corpo come con le linee erotiche anni ’90 che impazzavano sui canali locali nelle ore notturne.

Tutto normale? Tutto buono? Tutto giusto?

In fondo, il reato che il nostro ordinamento punisce è lo sfruttamento della prostituzione, vendersi in proprio e guadagnarci senza un magnaccia non è forse un successo dell’emancipazione femminile? No. Categoricamente No. Tutt’altro. Non è questo il femminismo. Non è questa l’emancipazione. Non è questo il modo di vivere e ostentare la propria sessualità.

È una mercificazione del proprio corpo

È prostituzione.

Leggi anche: “Per miei figli sono la madre, per i clienti il divertimento, per la società sono solo una prostituta di cui nessuno si occupa” (puntofamiglia.net)

OnlyFans non è riservato alle donne, tanti uomini possono vendersi allo stesso modo. Ma chissà come mai il clamore dei Mass media si sofferma sul valore di questa piattaforma come esaltazione dell’emancipazione femminile.

Non è forse anche questo un segnale del morboso sessismo che si cela dietro lo sdoganamento di certe condotte?

Certo, si dirà, la prostituzione non riguarda solo il corpo; c’è tanta prostituzione intellettuale che contamina le coscienze nella nostra società (e quanti giornalisti, politici e opinion leader ne sono un fulgido esempio). Perché dunque scandalizzarsi quando questo riguarda il sesso, il corpo, e non farlo sempre e ad ogni latitudine del vivere sociale?

Giusto! Infatti, dovremmo ritornare a scandalizzarci più spesso; come “voce di uno che grida nel deserto” (Is 40,3).

Non farlo più, non farlo mai, non significa essere al passo coi tempi ma essere “né caldi, né freddi” e questa, forse, è la condanna più grande a cui ci consegniamo (Ap 3,16).




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Vito Rizzo

Vito Rizzo è nato e vive ad Agropoli (SA). Avvocato e giornalista, autore e conduttore di programmi televisivi di informazione religiosa. È catechista, educatore di Azione Cattolica e direttore del Festival della Teologia “Incontri”. Oltre alla Laurea in Giurisprudenza all’Università “Federico II” di Napoli, ha conseguito la Laurea in Scienze Religiose presso l’ISSR “San Matteo” di Salerno e sta proseguendo gli studi teologici presso la Sezione “San Luigi” della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale di Napoli. Tra le sue pubblicazioni “La Fabbrica del Talento”, Effedi editore (2012), con Milly Chiarelli “Caro Angioletto. Le preghiere con le parole dei bambini”, L’Argolibro editore (2014), con Rosa Cianciulli “Francesco. Animus Loci”, L’Argolibro editore (2018). Ha attivato un suo blog (vitorizzo.eu) su cui pubblica riflessioni e commenti e collabora alla rivista on line di tematiche familiari Punto Famiglia. Sempre con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato “Carlo Acutis – l’apostolo dei Millennials”.

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