Il Vangelo letto in famiglia

MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO – Anno A – 1 GENNAIO 2023

La memoria della gratitudine per iniziare un anno Nuovo

Inizia un nuovo anno, ed è naturale spingere lo sguardo del cuore in avanti, verso quello che ci aspetta, e per quello portiamo dentro di noi il peso e l’affanno di quest’anno. È tempo di bilanci interiori, è tempo di lasciarsi interrogare dallo scorrere del tempo, è tempo di propensioni verso il futuro.

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 2,16-21)
In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

IL COMMENTO

di don Alessandro Cirillo

La Chiesa in questo giorno ci fa contemplare la maternità di Maria, che parla dell’entrata del Figlio di Dio nella condizione di uomo. Il Vangelo di questa festa registra un tipo di atteggiamento che non sembra essere orientato in avanti ma indietro.

I pastori «riferirono ciò che del bambino era stato detto loro»; Maria fissa quel che sta succedendo custodendo «tutte queste cose, meditandole nel suo cuore»; gli stessi pastori tornano indietro e sono pieni di gratitudine per quel che hanno «udito e visto».

Si fa tutto custodendo e ricordando indicazioni ricevute, parole ascoltate, fatti accaduti. Il problema non sembrerebbe tanto quello di andare avanti quanto quello di non farsi sfuggire quel che si ha dietro. È il tema della memoria, della gratitudine, della custodia. C’è chi crede che la migliore maniera di andare avanti sia cancellare la tristezza del passato e rimuovere tutto l’irrisolto, buttandoselo alle spalle. Volesse il cielo, che buttando via le cose vecchie, o sparare botti o gioire con brindisi, tutto il vecchio e le ansie interiori sparissero con l’ingresso del nuovo anno.

Invece i pastori e soprattutto Maria entrano nella più grande delle novità, tenendo stretti i fatti e le indicazioni del passato, possono accogliere con l’obbedienza del cuore il presente, e fidarsi della provvidente presenza di Jaweh per il futuro.

Credo che la saggezza non ci piove addosso spontanea, è il frutto maturo della memoria, deriva dal saper rintracciare il filo rosso che unisce la nostra avventura, ed è una sintesi interiore che ci pone davanti al futuro avendo scoperto il segreto del passato.

Per vivere bene l’anno che inizia vale la pena partire dalla gratitudine, passare in rassegna tante cose buone che ci sono successe, tanta grazia e misericordia ricevute, tanta pazienza di Dio con ognuno di noi, e tanti fatti piccoli e meno piccoli che ci hanno consolato e rallegrato. E il migliore degli esami di coscienza: portare nella luce della consapevolezza quel che abbiamo visto e udito di bello, di luminoso, di importante. Non farsi scivolare addosso la vita da superficiali ma fare come i pastori: glorificare e lodare Dio per tutto quello che abbiamo udito e visto.

Dicevano i Padri del deserto del quarto secolo che la radice del peccato è la smemoratezza. Mi dimentico di quanto ho visto e udito, mi scordo di quanto Dio mi voglia bene e allora cado nelle mie paure, mi impantano nei miei terrori. E ricado nella mia pusillanimità.

Mi devo ricordare quel che ho vissuto. Il male – per non ricaderci – e il bene – per ripercorrerne la strada.

Mi devo ricordare il mio dolore, perché mi tiene con i piedi per terra e mi consente di avere compassione di fronte al dolore altrui. Mi devo ricordare la felicità, perché debbo sapere che non è una chimera, è parte della mia vita, non la devo dimenticare.

Devo ricordare tutto quel che mi serve per camminare bene. Diceva San Pio da Pietrelcina: «Il passato alla misericordia, il presente alla grazia, il futuro alla provvidenza».

Auguri di cuore per un Anno tutto vissuto nella volontà di Dio!




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Alessandro Cirillo

Don Alessandro Cirillo è nato nel 1973. È stato ordinato presbitero il 2 luglio del 1998 nella Diocesi di Nocera-Sarno.

Nel 2004 ha conseguito la licenza in Teologia pastorale e catechetica presso Università Pontificia Salesiana Roma con una tesi sul servo di Dio don Tonino Bello.

Ha pubblicato con la Ler editrice, Investire sulla fragilità dei sogni, una proposta di educazione alla fede per i giovani nel ministero di don Tonino Bello.

Dal 2007 è parroco di san Giacomo Maggiore Apostolo in San Valentino Torio.

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