BRICIOLE DI VANGELO

29 Gennaio 2023

La fonte nascosta

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5,1-12a)
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

Il commento

Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli” (5,10). La pagina delle beatitudini è una luminosa introduzione a tutto il Vangelo, l’evangelista annuncia quali sono le condizioni che vestono di gioia la vita e fanno risplendere il sogno che Dio aveva quando ha creato l’uomo a sua immagine (Gen 1,26-27). Mi soffermo sull’ultima beatitudine, quella più strana e paradossale. Non è facile tenere insieme la promessa della felicità e le persecuzioni. Non si tratta solo di sapere che nella vita gioia e dolori sono sempre strettamente intrecciati. Una persona che vive con i piedi per terra sa che questo è normale. “Nella gioia e nel dolore”, dicono gli sposi nel giorno delle nozze. Il Vangelo va oltre, annuncia che possiamo gustare la gioia anche quando siamo perseguitati. La gioia malgrado la sofferenza. Anzi, la gioia a causa della sofferenza. A prima vista questa proposta è assolutamente irricevibile. La persecuzione è sempre una violenza e comporta non poca sofferenza. C’è un dettaglio da non trascurare: la sofferenza di cui parla Gesù nasce dall’essere fedeli testimoni del Vangelo, è importante sottolineare la seconda parte della frase: “a causa della giustizia”. Gesù non canonizza la sofferenza ma chiede di vivere con fedeltà l’adesione al Vangelo, anche se questo può comportare emarginazione e tribolazioni. Come se dicesse: “Se sei un buon discepolo, non ti meravigliare se incontri una violenta avversione; anzi, rallegrati perché hai la possibilità di manifestare il tuo amore per me”. È questo l’annuncio che risuona nella catechesi primitiva: “Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme” (1Pt 2,21).

È l’ultima beatitudine, l’ottava: la posizione non è casuale, il numero richiama la pienezza. Se l’evangelista la pone alla fine vuol dire che è il punto di arrivo di un itinerario, il sigillo di tutto quello che precede. Essere poveri, miti, misericordiosi, artigiani di pace… è la premessa per vivere il tempo della prova con l’intima certezza di partecipare all’opera di Dio. È questa la ragione segreta della gioia.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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