3 Febbraio 2023

Clarissa Crémer, la grande velista respinta perché mamma

A chi mi accusa spesso di difendere la maternità perché cattolica, oggi vorrei raccontare la storia di Clarisse Crémer, una velista oceanica francese che al Vendée Globe 2020/21, una maratona dei mari ritenuta una delle regate più dure, si era piazzata 12a, combattendo contro il mare, le onde, il vento per 87 giorni 2 ore, un tempo che le ha dato il primato dell’edizione più veloce mai compiuta da una donna.

I giornali la osannano, gli sponsor sono contenti, la “tasca” è salva. Fino al giorno in cui Clarisse diventa mamma della piccola Mathilda lo scorso novembre. Un sogno carezzato da tempo. Ma lo sponsor Banque Populaire non condivide la felicità della notizia e scarica letteralmente l’atleta, perché “non vuole correre il rischio che io non riesca a qualificarmi per l’edizione 2024 del Vendée Globe” dichiara la stessa Crémer.

“È singolare che siano pronti ad assumersi il rischio di (sponsorizzare) un trimarano gigante e di tutti i pericoli naturali, tecnici e umani associati alle regate d’altura, ma non quello della maternità” dice Clarisse in un lungo post pieno di amarezza”. E aggiunge: “Oggi è chiaro che le regole scelte dal Vendée Globe vietano a una donna di avere un figlio, anche se è una sportiva riconosciuta, già finisher nella precedente edizione. Nel 21° secolo, chi vuoi credere che tali regole siano giuste? Facile rammaricarsi, poi, dello scarso numero di donne ai nastri di partenza”.

Fatti di cronaca come questi sono l’emblema della contraddizione e anche della menzogna che culturalmente avvolge la questione femminile e soprattutto la maternità. Cosa significa uguaglianza per le donne? Comportarsi in tutto e per tutto da uomini e quindi soprattutto non essere incinte? E noi donne come abbiamo potuto lasciarci ingannare fino a questo punto credendo che acquistando un po’ di potere avremmo realizzato noi stesse?

La questione femminile non può essere scissa dalla dimensione della maternità. E la maternità ha le sue regole che non possono essere disconosciute da una società che ci vuole efficienti e in forma ad un’ora dal parto. Come se eliminata la pancia gravidica dovessimo ri-indossare i pantaloni da uomo e dimostrare a tutto e a tutti che siamo capaci di essere delle donne multitasking. Io personalmente sono stanca di questa narrazione che trovo essere la più misogina di tutti i tempi. Alla donna va restituito il valore della sua presenza nel mondo. A partire dalla maternità: biologica, psicologica, sociale ed ecclesiale. Allora sì che possiamo rendere questo mondo un posto migliore.


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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