Celebriamo la Vita a partire dai testimoni

Si è svolto domenica 5 febbraio, nella 45esima Giornata per la Vita, l’incontro delle famiglie della Diocesi di Pozzuoli (NA) presso l’Auditorium “Card. Castaldo” al Villaggio del Fanciullo. La serata, ricca di testimonianze significative, è stata organizzata dall’Ufficio per la Pastorale della Famiglia e della Vita.

Nel gelido pomeriggio di domenica 5 febbraio più di 70 persone, per la maggior parte famiglie ma anche presbiteri, religiose, insegnanti di religione, si sono riuniti a Pozzuoli presso l’Auditorium “Card. Castaldo” al Villaggio del Fanciullo per dare voce ad alcune belle e significative esperienze di accoglienza della vita a partire dal Messaggio dei Vescovi italiani per la 45esima Giornata per la Vita. 

La serata è stata organizzata dai membri dell’Ufficio per la pastorale familiare e della vita: don Gianni Illiano, i coniugi Mario e Liana Gargiulo, Emilia e Rosario Belfiore e i coniugi Lidia e Massimo Pace. Ha moderato e commentato il Messaggio dei Vescovi, la giornalista Giovanna Abbagnara, direttrice della rivista Punto Famiglia. Presente il vescovo della Diocesi Mons. Gennaro Pascarella e il vescovo ausiliare Mons. Carlo Villano

Al centro della serata le testimonianze di alcuni sposi. Parlare di vita è infatti raccontare storie. Quello che i media non fanno. Perché? “Perché dal 1978, anno della promulgazione della legge 194 che difatti ha legalizzato l’aborto in Italia, ad oggi, è stata fatta una vera e propria operazione culturale” dice Giovanna Abbagnara “di silenziamento di queste storie. Esattamente come quando si va dal ginecologo per chiedere l’aborto e si silenzia l’ecografo. Con l’illusione di zittire la coscienza. Di dividere la mamma dal suo bambino”. 

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“All’interno di questa operazione culturale si inserisce anche quella linguistica, lessicale. Al termine aborto si è sostituita la definizione interruzione volontaria della gravidanza, al termine bambino quello di feto o peggio di prodotto del concepimento fino alla 24 settimana, dopodiché il feto diventa improvvisamente bambino. Siamo di fronte a contraddizioni culturali notevoli, soprattutto se pensiamo che dal 1978 la tecnica medica e scientifica ha fatto grandi passi in avanti nel costatare che siamo di fronte ad una vita fin dal concepimento. Non lo dice la Chiesa. Lo dice la scienza”. 

La prima testimonianza della serata è stata quella di Giulia e Amerigo. Si conoscono alle catechesi sui Dieci Comandamenti, si innamorano, si sposano. Perdono le prime due gravidanze con grande dolore. Hanno un po’ timore di aprirsi nuovamente quando partecipano alle esequie della serva di Dio Chiara Corbella Petrillo. Quel momento rappresenta un punto di svolta nel loro amore. Si riaprono alla vita e arriva Chiara, una bambina bellissima con la sindrome di Down. “Il fuori schema di Dio” la definiscono la sua mamma e il suo papà. “La vita che viene donata da Dio è sempre diversa dalle nostre aspettative ma è proprio per questo che Lui ci rende capaci”.  Un dono meraviglioso per la loro famiglia. Arriveranno altri cinque figli. Tre in Cielo e due su questa terra. Otto figli in tutto. “Tutti sono un miracolo del suo amore per noi”. Giulia e Amerigo non nascondono la fatica anche a partire dalla disabilità della loro figlia e per la scelta di un’apertura alla vita così generosa ma hanno fiducia in Dio e nel suo progetto sulla loro famiglia. 

La seconda testimonianza è stata quella dei coniugi Roberta e Alfredo, volontari per la Vita e custodi di un’Oasi di Accoglienza a Pompei (NA), l’Oasi Vergine del Sorriso e genitori di cinque figli. Roberta ha ripercorso la scelta di lasciare la loro casa per essere famiglia accogliente a partire dalla sua esperienza personale e familiare di origine e dall’incontro con il movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. In modo particolare si è soffermata sull’esperienza di accoglienza della piccola M., una bambina “di origine cinese nata sana ma che in seguito a violenze ha avuto un’emorragia cerebrale e oggi non vede e si nutre attraverso il sondino della Peg. Questa bambina che è stata con noi più di tre anni, è stata adesso adottata da una famiglia meravigliosa”. I genitori di M. hanno mandato un video molto commovente che è stato proiettato in sala sulla loro esperienza con la bambina. Bello il concetto, ribadito più volte da questa coppia: “Non siamo dei supereroi. Non nascondiamo le difficoltà ma abbiamo deciso di scommettere tutto sull’amore”. 

Queste esperienze immettono nel tessuto sociale un’iniezione di fiducia e di speranza. L’incontro, animato dal bravissimo gruppo musicale Togheter, è stato concluso dalle parole paterne di Mons. Pascarella che ricordando il Vangelo del giorno, ha incoraggiato “tutti ad essere sale e luce del mondo, ad essere comunità intorno a questi temi, a spezzare la solitudine che spesso gira intorno alla scelta di abortire e di rigettare la vita”. 




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