CORRISPONDENZA FAMILIARE

Quando i figli si allontanano dalla fede…

13 Febbraio 2023

Essere genitori è una vocazione bellissima ma anche carica di responsabilità. Don Silvio scrive ad una mamma addolorata perché il figlio si è allontanato dalla fede: “È un ministero [quello genitoriale] che oggi presenta più difficoltà rispetto al passato. C’è da soffrire per i figli. Dimentichiamo facilmente che non si giunge alla risurrezione senza passare attraverso la croce”.

Cara Giulia,

le tue parole, condite di lacrime, fanno pensare a santa Monica che tanto ha sofferto a causa del figlio Agostino e tanto ha pregato prima di vederlo nell’abbraccio della fede. Sono le lacrime di tanti genitori credenti quando vedono che i figli non corrispondono a quella fede che essi hanno professato e testimoniato. Si tratta spesso di giovani che vivono con responsabilità, studiano e desiderano affermarsi sul piano professionale, ma hanno messo la fede nel cassetto, come una cosa non strettamente necessaria.

Esperienze come queste pungono fino alle lacrime ma ci purificano e ci fanno comprendere che le prove accompagnano i giorni della vita, come un condimento indispensabile. L’esistenza è sempre carica di imperfezione, i nostri desideri non possono trovare piena realizzazione. Non tutti. Anche Gesù, al termine dei suoi giorni terreni, è “costretto” a dire di avere custodito tutti quelli che ha ricevuto dal Padre, salvo il figlio della perdizione (Gv 17,12).

Non ti devi colpevolizzare. La buona testimonianza dei genitori è una condizione essenziale per comunicare la fede ma non toglie ai figli la libertà. Sappiamo bene che il contesto culturale che oggi respiriamo inquina i pensieri e propone mete più facili di quella via stretta che il Vangelo chiede ai discepoli di Gesù. È una cultura che accarezza i sensi e favorisce l’istintivo individualismo ed appare perciò più credibile di quella fede che invece chiede di lottare contro la tendenza a vivere solo per sé stessi. È una cultura che esalta i desideri come diritti intangibili da rivendicare e perseguire ad ogni costo. La fede invece chiede di scrutare più a fondo in sé stessi, insegna che non tutti i desideri sono buoni e non possiamo pretendere di avere tutto quello che si desidera. Dinanzi a queste prospettive così diverse, è facile che un giovane scelga la via più comoda, anche se non dirà mai che lo ha fatto perché è quella più comoda.

Leggi anche: Trasmettere la fede: la sfida educativa di un genitore credente

“Ciò che caratterizza la madre – scrive san Giovanni Crisostomo – non è il partorire, che è opera della natura ma l’educare, che è l’opera della volontà”. Essere genitori è una vocazione bellissima ma anche carica di responsabilità. È un ministero che oggi presenta più difficoltà rispetto al passato. C’è da soffrire. Con un’immagine audace l’apostolo Paolo paragona il suo ministero a quello di una madre che deve sempre nuovamente partorire i suoi figli: “figli miei, che io di nuovo partorisco nel dolore finché Cristo non sia formato in voi!” (Gal 4,19). Come la generazione di nuovi figli avviene nel dolore, così anche l’impegno educativo non si realizza pienamente se non siamo pronti a soffrire per i figli. Dimentichiamo facilmente che non si giunge alla risurrezione senza passare attraverso la croce.

La libertà dell’uomo spesso si oppone alla misericordia di Dio ma il buon Dio non si stanca di bussare alla porta dell’uomo. E tu non devi stancarti di supplicare il Signore di manifestare la sua misericordia. Ogni giorno e fino alla fine dei tuoi giorni, se necessario. Il Vangelo insegna che la salvezza può arrivare anche nell’ultimo minuto, come ricorda la vicenda drammatica del malfattore che, proprio nel momento in cui tutto si oscura, riceve una parola luminosa: “Oggi stesso sarai con me nel paradiso”. La certezza nella misericordia divina ci permette di custodire la speranza, malgrado le difficoltà e le inquietudini. Il Signore ti custodisca in questo grande abbraccio orante e dia fecondità alla tua preghiera. Un caro saluto.




Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

ANNUNCIO

ANNUNCIO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.