RAPPORTO UOMO-DONNA

“Il demonio tenta prima Eva”: un’influencer cristiana parla del rapporto Uomo-Donna

Charles Joseph Natoire, The Rebuke of Adam and Eve (particolare), The Metropolitan Museum of Art - New York

Giada è un’influencer cristiana, gestisce su Instagram la pagina “Ne senti la voce”. Abbiamo già parlato di lei. Oggi condivide con noi una lucida e interessante riflessione sul rapporto tra uomo e donna: “Il demonio ha scelto la donna come interlocutrice nel giardino dell’Eden. Sa che se crolla lei, può trascinare con sé anche l’uomo”.

Scontatissimo da tempo ma, dopo Sanremo 2023, suona ancora meglio: il sesso non è più un tabù. Fra inni all’amore poligamo e all’infedeltà, nudità per chiedere rispetto (o in nome del rock) e simulazioni di rapporti intimi, il confine fra tabù e normalizzazione è ormai ampiamente superato. 

Indigna da un lato, provoca dall’altro: fa parlare in entrambi i casi. 

La morte è il vero tabù dei nostri tempi, non certo il sesso. L’identità della donna è da sempre la più minacciata, tirata per la giacchetta da una parte all’altra. La Ferragni sfida chi vuole la donna solo madre (strano, perchè nel mondo reale la maternità deve finire il prima possibile, così torniamo a lavorare di corsa), la Francini rimpiange di non esserlo (in un guazzabuglio di idee e aspettative su un figlio immaginato), viene chiesto a tutti di avere il medesimo sguardo, rispettoso e casto, sul corpo femminile esposto, in nome della libertà della donna di mostrarsi come, quanto e quando vuole (a lei il rispetto non si chiede: guai!), l’aborto diventa sempre più uno schieramento piuttosto che tema di confronto, da affrontare in ben altri luoghi.

Da tutto questo la donna ne esce spaccata, lacerata, divisa. Perennemente in guerra contro il mondo, rancorosa, piena di rimorsi, furiosa per non poter controllare ogni sguardo, svestita senza sapere nemmeno il perché. Doppia. Non pacificata. Non consapevole del suo valore unico e intoccabile, della sua capacità di far fiorire senza sbranare, della preziosità del suo corpo in ogni stato di vita. 

La donna sa generare anche senza essere madre: il suo corpo è creato per accogliere, fare spazio. 

Sa “verginizzare” l’uomo, renderlo pienamente sé stesso. Sa essere grembo e rifugio sicuro, consolatore. Sa donarsi completamente, insegnando all’uomo a fare altrettanto. Sa rispettare lo sguardo dell’altro perché conosce il potere attrattivo del proprio corpo. 

Quando perde la bussola, anche l’uomo ne viene disorientato. Non sa più chi è, come porsi, cosa pensare o non pensare. Il serpente di biblica memoria questo lo sapeva, e continua a saperlo, molto bene. Preferisce Eva. Ha scelto lei come interlocutrice nel giardino dell’Eden. Sa che se crolla lei, può trascinare con sé anche l’uomo. Sa che per arrivare a lui, è lei la via migliore. Come la donna sa generare ed è creatrice di vita, così sa anche far morire, soffocare, sfiorire. Nessuno meglio di lei sa destabilizzare l’uomo

Leggi anche: Si può essere influencer della castità? L’avventura di Giada su Instagram (puntofamiglia.net)

L’iper-sessualizzazione del corpo femminile (lampante nelle pubblicità, ad esempio) mi fa sempre rabbrividire e infuriare al tempo stesso. Anche perché, diciamocelo, ci siamo cascate un po’ tutte. 

Le regole del gioco che il mondo ci sussurra non sono mai state chiare: corrono su due binari diversi. Uno che esalta corpi, bellezza, sinuosità, fascino – l’altro, fatto di body positivity, ti dice che vali come sei, che accettarsi è bello, che puoi puntare su virtù e valori. 

Mentre siamo bombardate dal “Perché tu vali” continuiamo ad inciampare nei “…se rispetti determinati canoni estetici e sai mantenerli”. 

Il mondo sa come sdoppiarci, lo sa da sempre ed è sotto gli occhi di tutti. E questo sdoppiamento ha delle conseguenze: vediamo ragazze sole che girano in tondo, perennemente inquiete, passando dal non credersi abbastanza a sputare veleno su tutti; fidanzate oppressive, manipolatrici, sempre in gara con il resto del comparto femminile; mogli isteriche, zero accoglienza e tante lamentazioni; madri soffocanti, dall’ego strabordante con una soluzione a tutto, il cui motto è “Va sempre tutto bene”. 

E l’uomo? L’uomo, intanto, si è fatto piccino piccino… sta lì, zitto in un angolo, respira piano, fingendo di non esistere. Si rifugia appena può in qualche ambiente più confortevole, o perlomeno dove possa stare in pace (che sia dietro lo schermo di un computer o peggio, ma basta evadere per un po’ e va bene tutto). Sempre più spaesato e solo, è capace solo di tacere e mangiare il frutto che Eva gli porge senza ribattere, chiedere spiegazioni, azzardare una controproposta, far notare che il serpente non è stato molto chiaro o magari è il caso di chiedere a Dio qualche chiarimento in più… Ha una regressione della propria virilità, torna un bambino obbediente in cerca di vie di fuga. Il serpente mina le fondamenta dell’uomo e della donna. Colpendo la donna nel controllo (“Ma come, non morirete affatto! Dio vi ha ingannato, afferra le redini della tua vita, non farti fregare!”) azzoppa l’uomo nell’egoismo (perché, così, svalutato e messo da parte, torna a preferire la parola “io”, esattamente come un bimbo). Insomma, un gran macello. Che fare? 

Una soluzione a tutto questo c’è! Ma riprenderemo il discorso domani, nel giorno della Festa delle Donne… per ricordare proprio quale altissima vocazione ha la donna nel mondo.




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