7 Marzo 2023

Russi o ucraini: i bambini sono tutti uguali

Ho dovuto rileggere la notizia tre volte sul sito di Adnkronos. Non perché la stanchezza mi impediva di comprendere il significato di ciò che leggevo ma perché provavo un rifiuto psicologico profondo rispetto al dramma vissuto da una ragazzina e dal suo papà in Russia. Masha Moskaleva, 12 anni, è stata internata in una struttura “per la riabilitazione sociale” a causa di un disegno fatto a scuola un mese dopo l’inizio dell’invasione ucraina.

Masha aveva disegnato le due bandiere, russa e ucraina, e poi una donna con una bambina per mano, missili che viaggiavano in direzione della bandiera ucraina, con la scritta “Io sono contro la guerra”. Masha frequentava la scuola numero 9 di Efremov, un istituto schierato con decisione in favore della guerra, come testimoniato dal contenuto del sito web, con una pagina dedicata al “sostegno dei nostri ragazzi al fronte”. Quando l’insegnante si è accorta del disegno, si è rivolta al preside che ha subito chiamato la polizia. Il giorno dopo, quando il padre, Aleksei Moskalev, si è presentato a scuola per chiedere spiegazioni su quanto accaduto il giorno prima, è stata di nuovo chiamata la polizia che è arrivata accompagnata da funzionari specializzati nella protezione dei minorenni.

Svetlana Davydova, direttrice della Commissione per le questioni minorili della città di Efremov, nella regione di Tula, dove Masha risiedeva insieme al padre, ha spiegato a Rbc che è stato il suo ufficio ad aprire un fascicolo lo scorso gennaio per limitare i diritti genitoriali del padre, così come anche quelli della madre che ha lasciato la famiglia quando Masha aveva tre anni e vive in un’altra città.

Aleksei, che aveva a sua volta espresso opinioni contro la guerra sui suoi account social, è stato messo agli arresti domiciliari, dopo esser stato aggredito fisicamente dagli agenti dell’Fsb. Rischia una condanna a tre anni di carcere dopo essere stato accusato di discredito ripetuto delle forze militari e aver già ricevuto una sanzione dell’equivalente di 425 dollari. Masha è stata invece trasferita in una struttura pubblica fino a che, come aveva spiegato l’avvocato del padre, non si troverà un tutore legale o Aleksei tornerà libero. La ragazzina sarà sotto la cura dello Stato fino a che non sarà decisa la sorte del padre. Nel caso in cui sarà condannato, e non sarà trovato un parente stretto, allora rimarrà come sola opzione quella del trasferimento in orfanotrofio.

Non bastano i bambini abusati, uccisi, rimasti orfani a causa del conflitto. Ci sono anche quelli che nel 2023 non possono dire di essere contro la guerra pena la tortura. Ditemi ma di cosa stiamo parlando? La storia non ci ha insegnato nulla? Non possiamo difendere l’indifendibile! Qualche giorno fa Papa Francesco tornando a parlare della “guerra feroce” in Ucraina durante l’intervista con Don Davide Banzato nel programma ‘I Viaggi del cuore’, ha detto: “Qui sono venuti tanti bambini, tanti dell’Ucraina, non ridono. Sono amabili, ma non ridono, hanno perso quello. Sono andato a trovare i bambini che erano al Bambino Gesù, ucraini, feriti, nessuno (aveva) un sorriso”. Russi o ucraini: i bambini sono tutti uguali, vittime dell’egoismo degli adulti.


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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