Affidarsi con fiducia: Papa Francesco e l’amore per Maria

di Giuseppe Pecorelli

“Un cristiano senza la Madonna è orfano” è una frase che sintetizza molto bene l’amore di Papa Francesco per la Vergine. Un’attenzione che ha da subito caratterizzato questi dieci anni di pontificato e che affonda le sue radici in un ministero presbiterale da sempre vissuto mano nella mano con Maria. 

C’è un gesto, intimo e familiare, che rende con efficacissima chiarezza l’amore di Papa Francesco per la Madonna. Ogni volta che si accinge ad un viaggio apostolico, il Pontefice si raccoglie in preghiera dinanzi alla “Salus populi romani”, l’icona bizantina che raffigura la Madonna col Bambino, custodita nella cappella Paolina della Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma. E rinnova lo stesso atto di devozione al rientro dalle diverse parti del mondo dove, in una chiave provvidenziale, il Signore lo invia come fece con gli apostoli. Non salutiamo, forse, la mamma prima di uscire di casa? Non la salutiamo al rientro? E se la mamma è in Cielo non le rivolgiamo il nostro pensiero e la nostra preghiera prima di un impegno importante? 

Tornano alla mente le parole che, il 28 giugno 2014, Papa Francesco rivolse, a braccio, ai giovani in discernimento vocazionale giunti a Roma. Disse in quell’occasione: «Quando un cristiano mi dice non che non ama la Madonna, ma che non gli viene di cercare la Madonna o di pregare la Madonna, io mi sento triste. Ricordo una volta, quasi quarant’anni fa, ero in Belgio, in un convegno, e c’era una coppia di catechisti, professori universitari ambedue, con figli, una bella famiglia, e parlavano di Gesù Cristo tanto bene. E ad un certo punto ho detto: “E la devozione alla Madonna?”. “Ma noi abbiamo superato questa tappa. Noi conosciamo tanto Gesù Cristo che non abbiamo bisogno della Madonna”. E quello che mi è venuto in mente e nel cuore è stato: “Mah… poveri orfani!”». E, dopo l’aneddoto, aggiunse: «È così, no? Perché un cristiano senza la Madonna è orfano. Anche un cristiano senza Chiesa è un orfano. Un cristiano ha bisogno di queste due donne, due donne madri, due donne vergini: la Chiesa e la Madonna. E per fare il test di una vocazione cristiana giusta, bisogna domandarsi: come va il mio rapporto con queste due madri che ho? Con la madre Chiesa e con la madre Maria». 

Anche una famiglia senza la Madonna è orfana. E, d’altra parte, Maria è figlia, fidanzata, sposa amorevole, mamma, cugina premurosa di Elisabetta. Vive insomma, nella sua casa di Nazareth, la molteplicità e la bellezza delle relazioni familiari. È proprio facendo riferimento alla Vergine che il Santo Padre, in visita a Loreto il 25 marzo 2019, affermò che «nella delicata situazione del mondo odierno, la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna assume un’importanza e una missione essenziali» per esortare poi all’urgenza di «riscoprire il disegno tracciato da Dio per la famiglia, per ribadirne la grandezza e l’indissolubilità al servizio della vita e della società». 

Il mondo ha sempre più bisogno anche di padri. L’8 dicembre 2020, in occasione dei 150 anni dal Decreto “Quemadmodum Deus”, con il quale, nel 1870, in un periodo di profonda ostilità per i credenti, il Beato Pio IX dichiarò San Giuseppe Patrono della Chiesa cattolica, Papa Francesco annunciò, un po’ a sorpresa, un Anno dedicato allo Sposo della Vergine Maria. Ad accompagnare l’indizione dell’Anno di San Giuseppe fu la Lettera apostolica “Patris corde”, cioè “Con il cuore di padre”, un testo prezioso che Papa Francesco ci ha donato meditando sulla figura del Padre putativo di Gesù. I titoli dei paragrafi sintetizzavano la figura di un autentico gigante della santità: padre amato, padre nella tenerezza, padre nell’obbedienza, padre nell’accoglienza, padre dal coraggio creativo, padre lavoratore, padre nell’ombra. Un uomo controcorrente sin da quel suo silenzio, merce rara in tempi di rumore e caos.

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