Il progetto di Dio, Papa Francesco e la teoria gender

Qual è stata la posizione di papa Francesco sulla famiglia naturale e sulla teoria del gender? Come si è avvicinato a persone con tendenze omosessuali o trans? Cosa pensa della differenza tra uomo e donna? Ecco alcuni tratti salienti del suo ministero su questi aspetti.

13 marzo 2013 – 13 marzo 2023: dieci anni di papa Francesco. Tante le iniziative, le riforme, i viaggi di questo pontefice sudamericano, arrivato “dalla fine della mondo”. Tanti i temi trattati e i documenti scritti, sempre con un linguaggio semplice, colloquiale, alla portata di tutti. Vorrei soffermarmi sulle sue considerazioni in merito alla cosiddetta “teoria del gender”. 

In questi dieci anni di pontificato, moltissime volte papa Francesco ha parlato di “colonizzazione ideologica” riferendosi a tutte quelle posizioni che negano l’esistenza di una famiglia naturale, che smentiscono le differenze tra uomo e donna o non considerano rilevanti tali diversità. Il pontefice non ha mai usato mezzi termini di fronte a questi temi cruciali e ha inserito la teoria del gender tra le modalità manifestative del “male”. 

Ciò non significa che egli abbia mai attaccato, discriminato, o fatto sentire “sbagliate” quelle persone che avvertono disforia di genere, che hanno affrontato dei percorsi per cambiare sesso o che provano un’attrazione per lo stesso sesso. Secondo Francesco, la teoria gender è “uno sbaglio della mente umana”, ma il male non è mai la persona. Se da un lato egli ha sempre promosso il Catechismo e la virtù della castità, dall’altro ha mostrato comprensione, rispetto, vicinanza per la persona, qualunque fosse il modo in cui aveva scelto di vivere. Il pontefice non si stanca, poi, di ripetere ai pastori che bisogna accogliere e accompagnare chi sperimenta l’omosessualità o si identifica come trans: “questo è quello che farebbe Gesù oggi”.

Più volte ha invitato espressamente a “non giudicare” e, anzi, ad aver cura dei sentimenti, dei pensieri, delle fatiche di costoro e delle loro famiglie. “Cosa direi io a un papà che vede che suo figlio o sua figlia ha quella tendenza? – dice, accogliendo la domanda di un giornalista – Io gli direi anzitutto di pregare: prega. Non condannare, dialogare, capire, fare spazio al figlio o alla figlia. Fare spazio perché si esprima”. 

Il pontefice argentino non prende mai le distanze dalla persona, bensì da alcune visioni della sessualità umana che nuocciono alla persona. Egli parla, a questo proposito, di una “radice culturale”. A suo avviso, infatti, c’è un vero e proprio progetto culturale che mina la famiglia nelle sue fondamenta. Egli vede una cultura che “si propone implicitamente di voler distruggere alla radice quel progetto creaturale che Dio ha voluto per ciascuno di noi: la diversità, la distinzione”. 

Per lui lo scopo della teoria gender è “far diventare tutto omogeneo, neutrale, ma l’appiattimento e la negazione di ogni differenza, sono, a suo avviso, molto pericolosi. 

Ricordando il racconto biblico in cui si narra la caduta della torre di babele, Francesco afferma infatti: “Questa apparente uniformità li ha portati all’autodistruzione perché è un progetto ideologico che non tiene conto della realtà, della vera diversità delle persone, dell’unicità di ognuno, della differenza di ognuno”.

Lo scorso ottobre, durante un’udienza presso l’accademia del Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II, ha affermato: “La famiglia non è un’ideologia, è una realtà. E una famiglia cresce con la vitalità della realtà. Ma quando vengono le ideologie a spiegare o a verniciare la famiglia succede quello che succede e si distrugge tutto. C’è una famiglia che ha questa grazia di uomo e donna che si amano e creano, e per capire la famiglia dobbiamo sempre andare al concreto, non alle ideologie. Le ideologie rovinano, le ideologie si immischiano per fare una strada di distruzione. State attenti alle ideologie”.
Se ogni persona, dunque, merita accoglienza e “l’amore di Dio è per tutti, tutti, nessuno escluso”, non si può scendere a compromessi sulla verità del progetto di Dio sulla famiglia, che rimane una insostituibile “grammatica antropologica” degli affetti umani fondamentali. Quando questa grammatica è trascurata o sconvolta, l’intero ordine delle relazioni umane e sociali ne patisce le ferite. 

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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

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