USO DI DROGHE

Le Nazioni Unite bocciano la cannabis legale

cannabis

Una sonora bocciatura della legalizzazione della cannabis viene dall’ONU con il suo ufficio che controlla la diffusione delle sostanze stupefacenti, l’International Narcotics Control Board (INCB). Nel suo ultimo rapporto nota come “in tutte le realtà dove la cannabis è stata legalizzata i dati mostrano che i problemi di salute legati al suo utilizzo sono aumentati”. 

Le Nazioni Unite hanno espresso preoccupazione per il fatto che l’industria della Cannabis sempre più “in crescita” stia alimentando il passaggio a un uso ancora maggiore della droga, pubblicizzando i propri prodotti “in particolare ai giovani, in modi che riducono la percezione del rischio”. Infatti “negli Stati Uniti è stato dimostrato che adolescenti e giovani adulti consumano molta più Cannabis negli stati federali in cui è stata legalizzata rispetto ad altri stati in cui l’uso ricreativo rimane illegale”. I nuovi prodotti a base di Cannabis, inclusi i “commestibili”, o i prodotti da svapo commercializzati in confezioni accattivanti, hanno aumentato la tendenza e il rapporto avverte che queste tattiche hanno contribuito a una “banalizzazione” degli impatti del consumo di Cannabis sul pubblico, specialmente in una fascia demografica più giovane.

Jagjit Pavadia presidente dell’ufficio ONU per il controllo degli stupefacenti dice che la banalizzazione degli impatti “è un motivo di grande preoccupazione, così come il modo in cui i danni associati all’uso di prodotti a base di Cannabis ad alta potenza vengono minimizzati”.

In tutte le giurisdizioni in cui la Cannabis è stata legalizzata i dati mostrano che i problemi di salute legati alla Cannabis sono aumentati. Tra il 2000 e il 2018 i ricoveri medici globali correlati alla dipendenza e all’astinenza da Cannabis sono aumentati di otto volte. I ricoveri per disturbi psicotici correlati sono quadruplicati in tutto il mondo.

I giovani, il cui cervello è ancora in fase di sviluppo, sono particolarmente colpiti dagli effetti negativi sulla salute dal consumo abituale di Cannabis. Ciò può influire sui risultati scolastici e sul comportamento sociale. Prove statistiche provenienti dal Colorado (Stati Uniti) mostrano che gli incidenti stradali mortali con conducenti sotto l’influenza della Cannabis sono quasi raddoppiati dal 2013 al 2020. Anche in Italia è così, basta ascoltare i telegiornali. E ancora che “le prove suggeriscono che la legalizzazione della Cannabis non ha avuto successo nel dissuadere i giovani dall’usarla e che i mercati illeciti persistono” e che la fornitura illegale di Cannabis (quella che si vorrebbe sconfiggere!) continua a livelli elevati in tutte le giurisdizioni che hanno optato per la legalizzazione, raggiungendo il 40% in Canada, quasi il 50% in Uruguay e persino il 75% in California. 

Gli effetti del consumo di Cannabis sugli individui e sulle società dovrebbero essere ulteriormente studiati prima che i governi prendano decisioni vincolanti a lungo termine, sottolinea l’ufficio dell’ONU e che una via da percorrere potrebbe essere quella di non rendere un crimine l’uso personale ma non quella di legalizzare. In Italia invece si spinge per legalizzare perché, udite udite, la società sta cambiando, dicono certi partiti politici, e occorre adeguarsi ai “bisogni” (!) dei giovani.

La mentalità ossessiva dei “diritti” arriva ovunque, anche a scapito della salute individuale e sociale.




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Gabriele Soliani

Gabriele Soliani, nato a Boretto (Reggio Emilia) il 24-03-1955. Medico, psicoterapeuta, sessuologo, adolescentologo, giornalista pubblicista iscritto all’Ordine. Libero professionista. Ha collaborato per 9 anni al Consultorio Familiare diocesano di Reggio Emilia. Sposato con Patrizia, docente di scuola superiore. Vive a Napoli dal 2015. Ministro della Santa Comunione e Lettore istituito.

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