22 Marzo 2023

Sofia Sacchitelli e la via della felicità

Il 20 marzo si è celebrata nel mondo la Giornata internazionale della felicità e con essa il report World Happiness che stila la classifica dei Paesi più felici del mondo, secondo alcuni criteri ben precisi. I parametri sono: l’aspettativa di vita in buona salute; il Pil pro capite; il sostegno sociale; quanto è basso il livello di corruzione; il livello di generosità e solidarietà; la libertà dei cittadini per le decisioni che riguardano la propria vita.

Il Paese più felice del mondo per il sesto anno consecutivo sarebbe la Finlandia mentre l’Italia passa dal 31° al 33° posto. Ecco i primi cinque: Finlandia; Danimarca; Islanda; Israele; Paesi Bassi. E gli ultimi cinque: Botswana; Malawi; Comore; Tanzania; Zambia. C’è qualcosa che non va in questo report. A quanto pare per essere felici bisogna vivere al buio almeno sei mesi l’anno come in Islanda o essere in una guerra permanente come in Israele. Che io sappia in Paesi come la Danimarca il tasso di violenza sulle donne è molto alto come anche il consumo di alcolici, gli aborti terapeutici in seguito a diagnosi di malformazione crescono a dismisura tanto che i Paesi nordici vantano il triste primato di essere Down free, liberi cioè da bambini nati con sindrome di Down. Senza entrare nel consumo delle droghe leggere e del ricorso all’eutanasia.

Se questi sono i Paesi più felici al mondo, bisogna chiedersi di quale felicità stiamo parlando? I criteri produttivi, sociali che esprimono il principio di autodeterminazione ci rendono veramente felici? Non ne sono certa e vorrei tentare di dare qualche piccola e personale risposta alla domanda di felicità che alberga nel cuore di ciascuno di noi, che muove le nostre azioni, che ci fa sognare, piangere, disperare e credere ancora in questa vita.

Negli anni ho imparato qualcosa di importante e fondamentale e cioè che la felicità ha molto a che fare con la capacità di generare cioè di vivere relazioni feconde, capaci di cura, affetto, attenzioni. Non nel senso di essere semplicemente altruisti ma nella prospettiva di evangelica di dare la vita: nella vocazione ricevuta (sposi, consacrati, presbiteri); nella paternità e maternità non solo biologica; nella professione scelta; nelle relazioni con gli amici. E questo modo di vivere che Gesù mi ha insegnato ha poco da spartire con la produttività, la libertà di scelta e nemmeno con la buona salute. Ho conosciute uomini e donne che feriti dalle relazioni, piegati dai lutti, raggiunti da una malattia o in un perenne stato di precarietà economica ma mai morale mi hanno insegnato la bellezza dell’eternità nel tempo presente.

Nella notte fra domenica e lunedì è morta Sofia Sacchitelli, 23 anni, studentessa genovese di Medicina. Due anni fa le era stato diagnosticato un tumore raro, un angiosarcoma cardiaco, ma questo non aveva fermato i suoi studi e il suo impegno. «Al piangermi addosso ho preferito fare qualcosa di utile», diceva spesso. Il qualcosa di utile è aver fondato, con la madre e la sorella Ilaria, l’associazione Sofia nel cuore, per raccogliere fondi per la ricerca contro le malattie rare.  «Ho poco tempo, ma voglio essere utile agli altri», aveva detto al Corriere della Sera in un’intervista. «Mi sono data anima e corpo al progetto che avevo in testa. Non è stato semplice, ma ce l’ho fatta. L’associazione a cui ho dato vita è una bella realtà. E forse, in un certo senso, anche il mio futuro».

Ho dato vita, il mio futuro…ci sono in queste espressioni una maturità e un’essenza vitale che mi commuovono. Sofia ha compreso che l’unico modo per dare un senso alla sua vita come anche alla sua sofferenza è offrirla per gli altri, condividerla. Spesso pensiamo ad aggiungere gli anni alla nostra vita ma non la vita ai nostri anni. Certamente Sofia, la sua famiglia, gli amici avrebbero preferito averla qui ancora per molto tempo. Ciò che ha fatto non cancella il dolore ma gli dona un senso. La felicità è cercare questo senso, afferrarlo e viverlo.


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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