Carlo Casini, la visione contemplativa della vita

A tre anni dalla nascita al Cielo di Carlo Casini, fondatore del Movimento per la Vita e testimone della bellezza del concepito nel grembo materno, ripercorriamo i tratti salienti della sua personalità e interiorità con don Stefano Stimamiglio, direttore di Famiglia Cristiana. In un libro intervista con Marina Casini, «Carlo Casini. Storia privata di un testimone del nostro tempo» (Edizioni San Paolo), ha messo in luce la parte più nascosta e intima di un uomo che ha lasciato una traccia meravigliosa di amore per la vita. 

Qual è l’idea di fondo di questo libro?

Di Carlo Casini si conosce tutta la dimensione pubblica ma non si conosce la sua vita privata, molto ricca e bella, che ha costituito il fondamento di quello che ha fatto e detto nel suo impegno come magistrato, politico e presidente del Movimento per la Vita. Il libro rappresenta, in questo senso, una novità perché non si può parlare di lui, non si può comprendere un uomo se non si capisce da dove viene, qual è la sua famiglia di origine e dove si è sviluppato appunto il suo pensiero e le scelte fondamentali compiute. Ed è per questo che insieme a Marina abbiamo pensato di formulare questa ricostruzione della sua vita privata attraverso la forma dell’intervista. Nel progetto originario c’era l’idea di parlare anche della sua vita di politico e magistrato ma poi a un certo punto abbiamo cambiato idea per la vastità e la bellezza di un’esperienza molto significativa.

Parliamo della sua famiglia di origine…

In famiglia Carlo Casini ha appreso i fondamenti dell’umano legandoli a quelli divini. Ha fatto questo grande percorso di maturazione a partire da un’infanzia anche abbastanza difficile caratterizzata dalla morte del padre per un incidente ferroviario. Ebbene questa circostanza, molo tragica anche economicamente per questa famiglia, ha sviluppato in lui un grande senso di fiducia in Dio e nell’altro. Io personalmente ho toccato con mano questa sua umanità nelle varie interviste che gli ho fatto tra un viaggio e l’altro, tra l’Italia e Bruxelles. Era sempre molto disponibile, non si tirava mai indietro e poi si ricordava di me ed aveva sempre una buona parola per tutti. Anche con chi non conosceva Carlo riusciva subito a stabilire una relazione umana che proveniva proprio dalla sua formazione. 

Ho avuto la possibilità di incontrarlo varie volte quando, negli ultimi anni della sua vita si è trasferito a Roma nella casa di Marina per essere poi curato presso il Centro Nemo del Gemelli di Roma per la sua patologia. All’epoca abitavo a Roma come segretario generale della mia famiglia spirituale, i Paolini, e di frequente mi ricavo da lui. In quelle occasioni abbiamo avuto dei bellissimi colloqui spirituali e lì, ancora di più, ho capito lo spessore umano e spirituale di quest’uomo. Nella sofferenza quando una malattia come la SLA, ti spoglia di te stesso, ti impedisce qualsiasi movimento fino a toglierti anche il respiro, anche se ti lascia il pensiero sempre lucido, lì Carlo ha testimoniato ciò che ha predicato per tutta la vita. Ha confermato le parole pronunciate per tutta la sua esistenza. La malattia è stato il compimento della sua vita.

Qual è stato il rapporto con la moglie Maria?

Da quello che ho potuto cogliere, conoscendo anche Maria, una donna molto schiva, è stato un rapporto determinante. Maria, insegnante di greco, alla nascita dei figli ha fatto la scelta di lasciare il lavoro per seguirli più da vicino e anche per sostenere Carlo che era sempre in viaggio e impegnato nelle sue attività. Una scelta che si è rivelata profetica quando Casini si è candidato in politica. Tutto questo ha modellato la coppia facendone un’unità profonda Maria ha condiviso con lui questa visione dedicandosi ai sei figli, quattro naturali e due di fatto non adottati ma che vivevano in casa con loro, rinunciando a se stessa per un bene maggiore, l’unità della sua famiglia. 

Oggi questa scelta potrebbe sembrare anacronistica ma è stata la vera forza di questa famiglia. La morte per la vita, un amore vissuto nella dimensione pasquale. È lo stesso Carlo a scriverlo: «[Maria]Mi ha sostenuto in tutte le mie attività, non solo con il suo affetto, ma anche con il suo consiglio e il suo stimolo. In pratica tutto ciò che ho fatto a servizio della vita, lo abbiamo fatto insieme. Mi piace ricordare che mi ha accompagnato in almeno la metà delle migliaia di incontri ai quali ho partecipato in Italia e all’estero» E questo amore di coppia si è riversato anche sui figli diventando amore familiare. Negli ultimi mesi della malattia del papà, io li ho visti, tutti insieme al sabato e alla domenica intorno quel padre, vivere la forza di essere famiglia a testimonianza che nella vita ritorna tutto ciò che hai seminato. Il centuplo che si vive già su questa terra.

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Mi parli della fede di Carlo e della sua fiducia nella Provvidenza…

Carlo è stato un uomo contemplativo fin da ragazzo. Nella sua giovinezza ha incontrato i padri barnabiti dove ha respirato la fede e ha stretto delle amicizie molto forti. Questa esperienza è stata per lui formativa tanto che ha permesso a Carlo, come a tanti altri ragazzi che facevano parte di quel gruppo, di diventare cristiani adulti. Questo termine che a qualcuno non piace ma, secondo me invece, definisce l’importanza di una formazione cristiana vissuta fin dalla giovinezza. È importante una comunità che si prende cura, si fa carico dei giovani oggi e si preoccupi di dare loro una formazione improntata alla fraternità e alla relazione con Dio, aiutando a sviluppare una visione del mondo contemplativa cioè capace di vedere il bello in ogni situazione. Credo che questa esperienza sia stata il retroterra del suo pensiero anche rispetto al concepito. La necessità di dare voce al bambino nel grembo materno nasceva proprio da questa sua visione contemplativa della realtà, Carlo riusciva a vedere la meraviglia nel grembo della donna. 

Questo sguardo contemplativo Casini lo portava anche nel suo lavoro da magistrato. Ricordo un episodio che lessi sui giornali da ragazzino che mi colpì molto. Un ragazzo  si suicidò per la vergogna in seguito all’assunzione di droghe da parte di amici che lo obbligarono a partecipare ad un provino per foto pornografiche. Carlo prese a cuore questa situazione, considerando questo ragazzo proprio come un figlio e scrivendo poi anche un libro su questa esperienza volendo fare pubblicistica sulla responsabilità e sul senso di cura che dobbiamo avere gli uni verso gli altri. Ognuno è responsabile dell’altro, custodisce la vita dell’altro. Se perdiamo questa immagine contemplativa è facile cadere nell’indifferenza. 

Quanto le amicizie con i santi hanno influito sulla personalità di Casini?

Io credo che ci sia stata una reciproca influenza. Anche Giovanni Paolo II, Madre Teresa e tanti altri hanno ricevuto qualcosa da lui. Credo che nell’incontro e nel dialogo con questi amici si sia rafforzato e delineato tutto il pensiero che ha caratterizzato poi la vita di tutti i soggetti in gioco. In generale, incontrando qualsiasi persona, Casini riusciva a trarre vita da questi incontri. E questo è un tratto molto bello della personalità di quest’uomo. 

Personalmente qual è l’eredità che Carlo Casini le ha lasciato?

Mi ha lasciato la gioia di avere un compagno di viaggio. È sempre stato vicino a Famiglia Cristiana anche attraverso Renata Maderna, la caporedattrice e ha dato sempre molta importanza alla pubblicistica – perché oltre Famiglia Cristiana lui scriveva anche su Avvenire e su tanti giornali laici. Ebbene da giornalista mi sento parte di quella missione che lui ha svolto ed è per questo che ho scelto di fare la mia parte e la nostra parte come Famiglia Cristiana per dare sempre di più visibilità a questa bella testimonianza di vita. 

Venerdì 24 marzo alle 17,45 nella sala del cenacolo del Conservatorio delle Mantellate di Firenze (via San Gallo 105, ingresso parcheggio da viale Lavagnini 11) viene invece presentato il libro, con Marina Casini e don Stefano Stimamiglio.




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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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