25 Marzo 2023

La bellezza di Maria nel volto di una donna, mamma per vocazione

Il 25 marzo è la festa della maternità della Vergine. Una luminosa pagina del Vangelo che ogni donna, sposa o consacrata dovrebbe contemplare per attingere forza nel vivere pienamente la sua chiamata ad essere madre. Oggi ho scelto di condividere un incontro che molti anni fa ho fatto a Nomadelfia, una realtà bellissima fondata da don Zeno Saltini nel cuore della Maremma toscana. Lei è Norina, oggi non c’è più, è nata al Cielo nel 2012 all’età di 89 anni. È stata una madre per vocazione.

“Una mattina salii in cima ad un albero molto alto. Amavo ritirarmi lì per pregare. Volsi gli occhi al cielo e dissi al Signore: “Ora basta tormentarmi, se pensi che posso fare qualcos’altro per te, fai in modo che questo accada prima che finisca la guerra”. Era il 1943, Norina aveva 20 anni ed era fidanzata con un giovane partito per la guerra, si erano ripromessi che al suo ritorno si sarebbero sposati. Qualcuno però aveva altri progetti per lei, raccolse il suo grido quella mattina in cima all’albero, e prima che tornasse a casa il suo fidanzato, l’attirò a se e Norina divenne una mamma per vocazione, scelse di vivere una maternità virginea, di accogliere e di educare minori abbandonati come figli. Da quel giorno Norina è mamma di 74 figli.

Quando ho incontrato Norina, aveva 84 anni. Sarei stata ore intere ad ascoltarla, mentre mi raccontava episodi di quegli anni difficili, dello strazio della guerra, della mancanza di cibo, ma anche della felicità per quei figli abbandonati che aveva raccolto sul suo grembo e che aveva generato ogni giorno ad una pienezza di vita, amati, puliti, rispettati. “Una domenica – ricorda Norina- uno dei miei figli che amava molto giocare a calcio, era ancora a letto. Mi avvicinai e gli domandai come mai non era alla partita e lui mi rispose che si vergognava perché non aveva le scarpe adatte e così senza pensarci sopra mi recai a vendere il mio anello di consacrazione e gli comprai le scarpe”.

Essere madre è stata per Norina la priorità assoluta di tutta la sua vita. Il primo bambino che le è stato affidato si chiamava Franchino. Quando arrivò Norina ricorda: “Io guardavo questo bimbo, era talmente bruttino che in cuor mio mi sono detta: “Speriamo non tocchi a me”. Ma non avevo ancora finito di pensare che don Enzo mi chiamò e mi disse: “Questo è tuo. Curalo con amore perché è conciato molto male”. Io allora dissi: “Signore sia fatta la tua volontà”.  E da quel giorno Franchino attraverso le amorevoli cure di Norina è rinato a vita nuova.

Ci sono stati anche dei momenti difficili, in cui il suo cuore di madre è stato messo a dura prova. “Era il 1952, un anno tremendo. Fummo chiamati in adunanza e ci dissero che Nomadelfia sarebbe stata sciolta e che in pochi mesi tutti i figli accolti sarebbero stati portati via”. A questo punto un velo di tristezza scende sul viso di Norina e ricorda con chiarezza il giorno in cui partì Emilio. “La mattina che partì lo preparai bene, non volle mangiare niente, bevve solo un pochino di latte. Mi sforzai di salutarlo serenamente, anche lui si sforzò di farlo, anche se le lacrime gli scendevano silenziose. Carla, l’assistente sociale, lo prese per mano e lo portò via. Piansi tutto il giorno. Quando Carla tornò mi raccontò che arrivati a Bergamo al momento di lasciarlo, Emilio scoppiò in un pianto disperato e aggrappato alle sue ginocchia le ripeteva: Portami dalla mamma”. 

Insieme ai   suoi figli, Norina ha viaggiato moltissimo, si è spostata continuamente, ha vissuto gli anni della guerra e della persecuzione ma la sua fede è rimasta salda, la sua fedeltà eroica. La sua vita è stata per il mondo un invito e una grande provocazione. Prima di morire voleva vedere i suoi ultimi tre figli sistemati con un lavoro e una famiglia, chissà se ha avuto questa grazia. Prima di salutarmi mi racconta di un sogno fatto nel 1992 e il cui ricordo dolcemente l’accompagnava ogni giorno. “Fu un anno molto triste per me: troppi dispiaceri da parte dei miei figli. Ho solo voglia di piangere. La notte la passo sempre sveglia e pregando il Signore che mi dia forza di finire i miei giorni servendolo come ho sempre fatto. In una di queste notti ho fatto un sogno che mi ha dato tanta pace. Mi trovavo in chiesa a pregare, vedo avvicinarsi Gesù, bellissimo, alto con una tunica bianca. Sorridente mi si avvicina e mi dice: “Tu non sai quanto ti voglio bene” e me lo ripete tre volte. Mi svegliai di colpo provando una grande pace” Da quel giorno i problemi che aveva con i figli si sono felicemente risolti.

L’ultimo ricordo che ho di Norina e il suo sorriso mentre vede arrivare uno dei suoi figli che è venuto a prenderla per portarla a Messa. “Viene sempre, ogni domenica puntuale” mi dice. Si abbracciano, si guardano negli occhi, il figlio l’aiuta a salire in macchina e salutandomi con gioia ripartono. Mentre guardo l’auto allontanarsi mi commuovo, per l’amore che genera amore, per tutti quei figli accolti e amati dalla grande mamma che è stata questa piccola donna: Norina di Nomadelfia.


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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