29 Marzo 2023

“Cerco una mamma che mi aiuti a diventare mamma”

Il Corriere ha pubblicato un sondaggio secondo cui l’utero in affitto (il giornale lo definisce “maternità surrogata” ma non c’è nulla di materno in questa pratica), vietato in Italia, suscita reazioni diverse a seconda che avvenga a fronte di un corrispettivo in denaro o meno. Gli italiani, infatti, nel caso di pratica con corrispettivo economico sono contrari (il 65,4%), mentre nel caso dell’azione “solidaristica”, i contrari diminuiscono al 40,3%.

Questo dato purtroppo conferma la confusione mediatica che in queste settimane si sta accendendo intorno al tema. E proprio su questa errata informazione e su altre storie costruite a puntino da certe campagne politiche, strappalacrime e false, si sta formando l’opinione pubblica sulla distinzione tra le finalità solidaristiche e quelle commerciali di una pratica disumana quale l’utero in affitto.

Prendiamo l’esempio di un appello – attraverso l’Associazione Luca Coscioni – di una donna Maria Sole sul sito Fanpage.it. Questa donna chiede un atto di generosità, è nata senza utero anche se ha le ovaie e dunque gli ovociti che “possono essere fecondati”. “La maternità surrogata è una possibilità per me ma i costi all’estero sono esagerati e non possiamo permettercelo. Andare in altri stati dove c’è la povertà significa sfruttare un’altra donna ed io non voglio” dice Maria Sole. E allora fa un appello. “Un appello che invita a dare corso ad un sentimento in Italia molto diffuso, quello solidaristico. Chiede ad una mamma di aiutarla a diventare mamma” dice Filomena Gallo dell’Associazione. Una donna che raccolga il suo grido di sofferenza. Questo è il sentimentalismo di quattro soldi alla base della speculazione pubblicistica di certe campagne a favore dell’utero in affitto. E che non ha nulla a che fare con la solidarietà. Perché quando è autentico, l’atto solidale comporta il bene dell’altro e in questo caso il bene del bambino, il vero protagonista della vicenda non è tenuto in considerazione.

Con l’utero in affitto, gratuito o a pagamento si infligge al figlio alla nascita una ferita con la quale anche il più amato dei bambini dovrà fare i conti per tutta la vita. Lo si rende orfano del corpo che gli ha dato vita. Significa insegnargli che il corpo umano è un bene di proprietà e che il consenso del proprietario autorizzi qualunque forma di compravendita, gratuita o economica.

Perché non diamo spazio alle tragedie che si sono consumate in tutto il mondo dalla California alla Thailandia, i 21 bambini nati con le surrogate in Ucraina e che restano in sospeso a causa della guerra, e le storie di Gammy, Brigdet e Seraphina e di cosa succede quando dall’utero in affitto esce il bambino sbagliato. Figli dell’amore li definiscono i giornali, figli che un giorno sapranno di essere stati presi a fronte di un assegno, come prodotti da supermercato o dati via per un’azione di solidarietà. Siamo seri, ma veramente stiamo facendo il bene di questi figli?


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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