Dal ghetto mafioso alla vita da suora: storia di Madre Angelica e della tv EWTN (parte 1)

di Chiara Chiessi

Fondatrice di EWTN, la rete televisiva cattolica con più visualizzazioni nel mondo, Madre Angelica dell’Annunciazione è stata una monaca contemplativa clarissa morta a 92 anni in concetto di santità. Pochi anni prima di morire ebbe un ictus e rivelò ad un giornalista: “Non capiamo la bellezza di vivere anche solo un altro giorno… L’ho detto alle mie sorelle poco fa, quando starò davvero male, datemi tutte le medicine che posso prendere… Voglio vivere… Perché avrò sofferto un giorno in più per amor di Dio… Mi eserciterò nelle virtù un giorno in più. Ma, soprattutto, conoscerò meglio Dio. Non puoi misurare il valore di un nuovo pensiero su Dio nella tua vita.”

Ha avuto un’infanzia e un’adolescenza difficili, ma tanta ricchezza di virtù e di talenti offerti per Dio, uniti ad una chiamata straordinaria.

Madre Angelica (Rita Rizzo) nacque nell’Ohio, in un ghetto retto dalla mafia siciliana.

I suoi genitori sono stati un sarto disoccupato e violento, che non voleva figli, ed una madre mentalmente instabile.

Con queste premesse, pochi anni dopo la sua nascita, il padre John Rizzo lasciò la famiglia, obbligando la piccola Rita e sua madre ad andare a vivere dai nonni.

Nella nuova casa, però, c’erano solo due camere da letto ed altri quattro fratelli vivevano nella stessa casa, quindi madre e figlia occuparono il sottotetto ristrutturato.

Il nonno gestiva un centro di immigrati e qui la piccola Rita venne da subito esposta ad un ambiente di mafia e prostituzione.

Entrambi i genitori non erano credenti, solo la mamma andava qualche volta a Messa, però più per organizzare attività parrocchiali e festival italiani.

Un episodio, in particolare, colpirà molto la piccola Rita durante l’infanzia: l’assassinio del parroco della chiesa che lei a volte frequentava, il quale, infatti, aveva voluto trasferire la parrocchia in una zona migliore, per evitare che i trafficanti spacciassero la droga nel cortile vicino.

Intanto, i genitori di Rita divorziarono. La bambina aveva solo sette anni, ma la scena a cui dovette assistere fu terribile: la madre urlò contro il padre, rinfacciandogli tutta la sua crudeltà.

Leggi anche: “La vita è una sola”: l’eredità di Marianna Boccolini, giovane testimone della fede (puntofamiglia.net)

Madre e figlia iniziano a soffrire la povertà, dovettero trasferirsi in un monolocale in pessime condizioni igieniche.

La mamma iscrisse la piccola Rita alla scuola parrocchiale, ma qui la bambina si trovò molto male: veniva infatti isolata a causa dello stigma per il divorzio dei genitori e questo causerà in lei una ferita grande, infatti per molti anni si allontanò totalmente dalla chiesa.

La povertà e la difficile situazione gettarono la madre di Rita in un abisso di disperazione.

Iniziò a tentare il suicidio. Rita aveva solo undici anni, ma si trovò lei a fare “da mamma” alla madre; subentrò lei nella gestione della tintoria della madre e nel ritirare i pagamenti.

A quattordici anni Rita iniziò a frequentare la scuola superiore, ma non voleva fare amicizie né uscire con alcun ragazzo.

Quando una volta le chiesero perché non volesse fare amicizia a scuola, lei semplicemente rispose: “Non ne avevo il desiderio, avevo altri problemi. Mi interessava sapere se mia madre si era suicidata quel giorno”.

Dopo essersi diplomata, la giovane Rita venne miracolosamente guarita da una grave malattia allo stomaco dalla serva di Dio Rhoda Wise.

Questa esperienza le cambierà la vita.

Aveva avuto un’infanzia ed adolescenza difficili, un padre scappato di casa, una madre instabile, ma Dio la amava e lei iniziò a riamarlo a sua volta.

Anche se la sua famiglia non le aveva trasmesso affatto la fede, né le aveva dato un modello coniugale solido o insegnato l’amore paterno di Dio verso ognuno dei suoi figli, la giovane Rita comprese, per uno straordinario intervento della grazia, che non era sola al mondo, che anche se nella sua breve vita aveva sofferto tanto, Dio e l’Immacolata comunque l’amavano, come un padre ed una madre amano una figlia.

E l’amore di cui l’amavano era un amore speciale, un amore di predilezione. 

Dopo aver pregato una Via Crucis davanti ad una statua della Madonna Addolorata, Rita realizzò improvvisamente di avere la vocazione alla vita consacrata, nonostante gli esempi poco edificanti di suore viste negli anni dell’infanzia…

Continueremo a parlarvi di lei la prossima settimana, in un articolo che troverete su Punto Famiglia sabato 13 maggio.




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