“Una parte di noi è già in Cielo”: racconto di una mamma che vive da risorta (parte 3)

gravidanza

Continuiamo la testimonianza lasciata in sospeso mercoledì scorso. La mamma che sta raccontando la sua storia prosegue: “Quando il primo figlio aveva tre anni e la seconda uno e mezzo, ci siamo sentiti pronti per riaprici alla vita…”. Presto hanno scoperto la nuova gravidanza. Dio aveva tuttavia progetti diversi dai loro per quel piccolo…

Perdere mia madre e diventare mamma per la seconda volta nell’arco di pochi giorni è stata un’esperienza molto forte. 

Sebbene nel cuore avessi pace – avevo la certezza, più che mai in quel momento, che la morte fosse solo un passaggio  – le prime settimane dopo la nascita di mia figlia sono state difficili. 

Mi mancava mia madre, volevo andare spesso al cimitero per elaborare il lutto, ma avevo una neonata da accudire, un figlio di un anno, poco tempo per me e pochissime energie, perché dovevo anche riprendermi da un parto lungo e difficile.

Mio padre e i miei fratelli mi erano vicini, ma provati dal dolore come me.

Un ricordo bello e limpido di quei giorni è che riuscivamo a sorridere insieme, di fronte a quello scricciolo venuto tra noi, ignaro di tutto. 

Un altro ricordo nitido è la grazia di Dio che accarezzava la nostra famiglia.

Quando hai una grande croce e ti fidi di Dio, ti accorgi che la parte più pesante la porta Lui. E non penso di essere né una privilegiata, né un’illusa: sono certa che il Signore vorrebbe portare tutte le croci del mondo, se solo noi gliele consegnassimo

Se sei in un momento difficile e ti dici: “Dio non mi aiuta!”, chiediti: “Sto davvero chiedendo il suo aiuto o faccio affidamento solo sulle mie forze?”. 

Molla i tuoi pesi: solo così potrà portarli Lui.

Io li ho mollati. E li ha portati Lui. 

Pochi mesi prima avrei pensato che una situazione come quella sarebbe stata insostenibile. Pensavo che mai avrei potuto affrontare, restando sana di mente, un lutto importante ed improvviso come quello, un bimbo di un anno e una neonata che richiedeva tante cure. 

Non ce l’avrei fatta, se dietro di noi non ci fosse stata la roccia, quella contro cui non possono nulla i venti e le tempeste. 

Molto presto sarebbe arrivata un’altra tempesta, una grande e dura prova per la famiglia, ma di nuovo avremmo potuto vedere che Dio è fedele.

Ci arriveremo.

Leggi anche: “Una parte di noi è già in Cielo”: racconto di una mamma che vive da risorta (parte 2) (puntofamiglia.net)

Crescere i miei figli insieme, in quei mesi, è stato bellissimo: la pochissima differenza di età li ha resi presto molto uniti.

Dopo la seconda, però, non ce la siamo sentita di aprirci subito ad un terzo bimbo.

Anche la decisione di distanziare un po’ una futura gravidanza è stata presa alla presenza del Signore. 

Come dice una mia amica, la scelta di aprirsi alla vita o di aspettare riguarda gli sposi e Dio. E noi sentivamo – anche in preghiera – che avevamo bisogno di rimetterci un po’ in forze. 

Credo sia questo il concetto di “maternità e paternità responsabile”.

A marzo del 2020, quando il primogenito aveva quasi tre anni e la piccola un anno e mezzo, io e mio marito abbiamo sentito che potevamo aprirci di nuovo alla vita.

Era la prima volta che parlavamo di quella possibilità.

Non lo cercavamo, ma se fosse stato nei piani di Dio, a noi sarebbe andato bene. 

Il 16 aprile, giorno in cui i miei genitori avrebbero festeggiato il loro trentunesimo anniversario di matrimonio, ho scoperto di essere nuovamente incinta.

Eravamo in piena emergenza Covid, non potevamo vedere nessuno, ma a poco a poco abbiamo iniziato ad avvisare parenti ed amici più stretti che un terzo bebè si aggiungeva alla ciurma.

Molti sono rimasti spiazzati e ammirati per il nostro “coraggio”. La verità è che in quel periodo, anche se si viveva chiusi in casa, nella precarietà causata dall’emergenza sanitaria, tra noi, in casa, eravamo sereni. Avevamo anche recuperato una vita di preghiera più intensa.

Ecco perché ci sentivamo più aperti alla possibilità di allargare la famiglia.

Sapevo di essere precoce in tutto. Avevo solo 28 anni, due figli ancora piccoli e già un altro in grembo. I ritmi erano piuttosto veloci. Ma… “Ci impegniamo ad accogliere con amore i figli che Dio vorrà donarci”. Lo avevamo promesso. Sicuramente quel piccolo (o piccola!) avrebbe portato tanta gioia…

Stavolta, però, i progetti del Signore erano diversi dai nostri. E capirete presto perché…

Mercoledì prossimo continueremo la testimonianza…




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

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