BRICIOLE DI VANGELO

6 Giugno 2023

Le trappole della vita

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 12,13-17)
In quel tempo, mandarono da Gesù alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo nel discorso.
Vennero e gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità. È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o no?».
Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché volete mettermi alla prova? Portatemi un denaro: voglio vederlo». Ed essi glielo portarono.
Allora disse loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Gesù disse loro: «Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio».
E rimasero ammirati di lui.

Il commento

“Mandarono da lui alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo nel discorso” (12,13). I brani evangelici che propone la liturgia fanno parte della fase conclusiva del ministero di Gesù, segnata inevitabilmente da una conflittualità sempre più aspra. Nella pagina che oggi meditiamo la domanda viene posta dai farisei e dagli erodiani, questi ultimi rappresentano una corrente che riconosce il potere politico dei romani. È una domanda molto insidiosa perché non tocca solo la sfera strettamente religiosa ma sconfina in quella politica: “È lecito o no pagare il tributo a Cesare?” (12,14). Prima di soffermarci sul contenuto, tanto della domanda quanto della risposta, è opportuno sottolineare la tendenziosità della richiesta. L’evangelista afferma che gli interroganti erano stati inviati per “coglierlo in fallo” (12,13). Il verbo greco [agreuô] significa cacciare. In questo caso è Gesù la preda da stanare. La domanda di per sé è legittima, ed era ben presente nella società giudaica del tempo. La tentazione è nascosta nelle intenzioni che muovono coloro che pongono la domanda. Il Nazareno potrebbe ripetere le parole del salmista: “I loro denti sono lance e frecce, / la loro lingua è spada affilata” (Sal 57,5). I suoi avversari sperano di farlo cadere in modo da poterlo accusare di essere un oppositore politico dei romani o, al contrario, un giudeo poco combattivo contro il potere oppressivo degli stranieri. Nell’uno e nell’altro caso l’immagine di Gesù sarebbe apparsa deteriorata agli occhi della gente.

Le tentazioni accompagnano il nostro vivere, il Nemico di Dio si nasconde con astuzia negli eventi, a volte usa amici e familiari per porre domande che seminano dubbi. Non sempre abbiamo le risposte più adeguate. Possiamo vincere solo se custodiamo la fiducia in Dio. Oggi vi invito a pregare con le parole del salmo: “Pietà di me, pietà di me, o Dio, / in te si rifugia l’anima mia; / all’ombra delle tue ali mi rifugio / finché l’insidia sia passata” (Sal 57,2).



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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