CORRISPONDENZA FAMILIARE

Luigi e Zelia, umili e fedeli testimoni del Vangelo

3 Luglio 2023

Chi sono i santi? I santi non sanno di esserlo anzi si presentano come peccatori che hanno sempre bisogno di ricevere misericordia. I santi sono quelli che ogni giorno sanno ricominciare perché sanno che Dio che è sempre pronto a ricominciare. Sono umili e ostinati discepoli che camminano nei sentieri del Vangelo, in totale docilità a quella Chiesa che riflette e comunica la grazia divina. Come Luigi e Zelia, i genitori di Teresa di Lisieux.

Luigi e Zelia Martin si sono sposati nel 1858, lo stesso anno delle apparizioni di Lourdes. Un riferimento non casuale, considerando il particolare amore che avevano per l’Immacolata. Hanno iniziato il loro cammino nuziale nella notte tra il 12 e il 13 luglio. La celebrazione rappresenta il primo passo di un’avventura bellissima che non potevano prevedere. Se Dio è la fonte di ogni opera, Lui solo può dare all’esistenza la forma evangelica. Agli sposi rimane solo la libertà di affidarsi. È quello che hanno fatto i nostri santi coniugi, canonizzati da Papa Francesco il 18 ottobre 2015. La prima coppia santa dei tempi moderni. Ci apprestiamo a celebrare la memoria liturgica di questi Santi anche se, con amarezza, devo registrare che nel nuovo Messale (2021) non c’è alcun accenno di questa semplice e straordinaria vicenda che ha reso ancora più bella – e, se permettete, ancora più attuale – quell’esperienza di santità che da venti secoli accompagna a rischiara il cammino della Chiesa. 

Celebrare i santi non vuol dire esaltare l’umana capacità ma riconoscere quella santità di Dio che risplende nella storia attraverso la vita di uomini e donne che si sono lasciati plasmare dalla grazia. Nella Scrittura la parola santo è applicato a Dio, è Lui il solo Santo, il Tre volte Santo. I santi sono solo un raggio della santità di Dio. La lt ci fa pregare così: “Nella festosa assemblea dei santi risplende la tua gloria, / e il loro trionfo celebra i doni della tua misericordia”. I santi sono dunque la memoria vivente di un Dio che opera nella storia, sono la conferma che il Vangelo non è destinato a rimanere una raccolta di pie intenzioni. La Chiesa proclama santi coloro che, pur stando in mezzo al mondo, hanno avuto il coraggio di distaccarsi dalla “mentalità di questo secolo” (Rom 12,2). Hanno vinto la sfida. 

La Scrittura presenta Noè come un “uomo giusto e integro tra i suoi contemporanei”, un uomo che “camminava con Dio” (Genesi 6,9). A partire da questa bella definizione mi pare di poter offrire questa descrizione. I santi sono quelli che 

  1. vivono con lo sguardo costantemente rivolto a Dio;
  2. cercano di fare quelle scelte che sono gradite a Dio;
  3. ripongono in Dio ogni speranza; 
  4. non hanno paura di apparire diversi rispetto al sentire comune;
  5. cercano la gioia ma non inseguono il piacere; 
  6. verificano e purificano i loro desideri nel fuoco della volontà di Dio; 
  7. s’impegnano ad amare e servire i fratelli;
  8. non desiderano soffrire ma non fuggono dinanzi al dolore; 
  9. danno valore alla vita terrena ma non dimenticano l’eternità;
  10. chiedono la grazia di restare fedeli nel tempo della prova. 

Questo decalogo non dice tutto ma ricorda lo stile che ogni cristiano deve assumere se vuole camminare nella via della santità. I santi non sanno di esserlo anzi si presentano come peccatori che hanno sempre bisogno di ricevere misericordia. I santi sono quelli che ogni giorno sanno ricominciare perché sanno che Dio che è sempre pronto a ricominciare. Sono umili e ostinati discepoli che camminano nei sentieri del Vangelo, in totale docilità a quella Chiesa che riflette e comunica la grazia divina. È una bella notizia per noi che lottiamo ogni giorno per non arrenderci al male e non cadere nella mediocrità. 

Leggi anche: Luigi e Zelia: genitori che educano alla santità

Se tutti hanno ricevuto la grazia della santità come mai sono così pochi i santi? La domanda è obbligatoria e la risposta deve essere chiara. La via della santità non è una passeggiata piacevole. La vicenda dei profeti e dello stesso Gesù è illuminante. Il maligno scaglia tutte le sue frecce contro coloro che scelgono la fedeltà, mette alla prova le buone intenzioni. E tanti cadono o si fermano rassegnati. 

Anche la vita di Luigi e Zelia è stata attraversata da molte prove, alcune assai dolorose. Queste se non hanno soffocato la fedeltà né hanno in alcun modo offuscato la fede. Zelia somiglia alla “donna forte” di cui parla la Scrittura. Luigi è un’icona fedele di san Giuseppe che accoglie con docilità tutto ciò che il Signore chiede. La fede si nutre di preghiera e si manifesta nella carità fraterna ma risplende nel tempo della prova. Non possiamo chiamare nessuno santo fin quando non vediamo come affronta la sofferenza. La testimonianza dei santi conferma che possiamo passare attraverso il fuoco senza perdere la fede. Per questo nel prefazio cantiamo: “Confortati dalla loro testimonianza, / affrontiamo il buon combattimento della fede, / per condividere al di là della morte / la stessa corona di gloria” (prefazio dei santi). 

“Quello era stato il nostro ultimo giorno e io l’avevo vissuto come un giorno qualunque” (Per sempre, 102). È l’amara confessione di uno sposo vedovo in un romanzo di Susanna Tamaro. Queste parole richiamano una verità che molti danno per scontata. A volte i giorni scorrono senza avere la percezione del loro valore. Fare memoria dei santi vuol dire anche chiedere di vivere ogni giorno con la certezza che è intriso di grazia. Chi vive così gusta fin d’ora il Paradiso. 




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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.


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