
13 Settembre 2023
L’unico Bene
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 6,20-26)
«Beati voi, poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi, che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi, che ora piangete,
perché riderete.
Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già ricevuto la vostra consolazione.
Guai a voi, che ora siete sazi,
perché avrete fame.
Guai a voi, che ora ridete,
perché sarete nel dolore e piangerete.
Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».
Il commento
“Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati” (6,21). Le beatitudini evangeliche hanno linguaggio e contenuti molto diversi da quelli che noi attendiamo. Gesù presenta la condizione umana nella sua concreta fragilità ma, al tempo stesso, annuncia che la povertà, la fame e la tristezza – e cioè quelle condizioni che nessuno si augura di avere – sono per noi una vera beatitudine. Una provocazione, senza dubbio, ma anche una proposta. Attenti a non edulcorare il Vangelo. La povertà di cui si parla indica una situazione di estremo disagio, sia a causa della penuria delle risorse materiali sia per la condizione di particolare marginalità sociale. La fame fa pensare alla mancanza dei beni essenziali, le lacrime sono l’espressione della più intima sofferenza. Le beatitudini disegnano una prospettiva di vita poco desiderabile, anzi radicalmente opposta a quello che ciascuno cerca.
Chiamando beati coloro che vivono o sperimentano la precarietà, Gesù chiede di non dare eccessiva importanza alle necessità materiali, come se la vita dipendesse da ciò che abbiamo o dalle circostanze esteriori. “Cerca la gioia nel Signore: esaudirà i desideri del tuo cuore” (Sal 37,4), dice il salmista. E sant’Agostino commenta: “Gioisci nella fede, gioisci nella speranza, gioisci nella carità, gioisci nella misericordia, gioisci nell’ospitalità, gioisci nella castità. Tutti questi sono beni, sono tesori interiori, gemme non del tuo forziere, ma della tua coscienza. Brama di esser ricco di queste ricchezze, che neanche in un naufragio potresti perdere, e di cui, anche se uscissi nudo, sei sempre pieno” (Discorsi, 21,8). Possiamo mancare di tante cose e custodire una gioia profonda del cuore. Possiamo sperimentare la tristezza, senza per questo perdere la pace del cuore. La precarie-tà della vita permette di misurare la fede e di verificare se Dio è l’unico Bene e la fonte di tutti gli altri beni. Senza di Lui tutto è vanità. Con Lui la gioia non può mancare. È questa la fede che oggi chiediamo.
Briciole di Vangelo
di don Silvio Longobardi
s.longobardi@puntofamiglia.net
“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.
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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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