EDUCAZIONE DEI GIOVANI

Ho diritto ad ubriacarmi? No, ho diritto ad essere felice senza usare l’alcol

Nessuno che perde il controllo di sé perché ha bevuto deve essere trattato o trattata come una bambola da persone senza scrupolo. I genitori, la scuola, le parrocchie hanno il dovere di educare al rispetto di ogni persona, tantopiù se si trova in uno stato vulnerabile. Lascia tuttavia allibiti sentire gridare al “diritto di ubriacarsi” … L’alcol è dannoso, anzitutto per la salute.

La vicenda dello stupro di gruppo verificatosi a Palermo ha smascherato tante bugie che siamo soliti raccontarci nella nostra società: ad esempio, che i delinquenti vengono solo dalle famiglie visibilmente più disagiate o che la pornografia è innocua. 

Riguardo al primo punto: non sempre la violenza si origina perché i ragazzi hanno ricevuto un’educazione troppo rigida o i genitori sono stati violenti, forse perché tossicodipendenti o sbandati; talvolta essa si scatena dove non sono stati messi dei paletti, dove non sono stati detti dei “no” al momento giusto, dove il figlio non è stato abituato a interessarsi ai sentimenti degli altri e si è sentito il centro dell’universo, un piccolo imperatore a cui tutto era dovuto.

Riguardo al secondo punto: la pornografia rovina lo sguardo, rende plausibile una sessualità disumana, al punto che uno degli stupratori ha avuto il coraggio di affermare “Non sapevo che fosse violenza quello che stavamo facendo”.

Sono parole che suonano surreali, quasi ridicole, eppure, questo giovane (che ha sicuramente perso da tempo la purezza) deve interrogarci. Impossibile che la coscienza non gli suggerisse in alcun modo che quegli atti erano osceni e riprovevoli; eppure, è possibile che, essendosi abituato ad assistere, nel mondo del porno, ad immagini di un’intimità svuotata di ogni tenerezza abbia perso il contatto con la realtà, fino a non capire che certe azioni – esasperate nella crudezza e vissute fuori dal set di un film – si pagano col carcere.

Abbiamo già parlato di questa vicenda; c’è però un altro punto su cui riflettere: il presunto diritto ad ubriacarsi

Sia chiaro, nessuna ragazza che perde il controllo di sé merita di essere trattata come una bambola da persone senza scrupolo e non ha “colpe” per azioni compiute da altri. 

I genitori, la scuola, le parrocchie hanno il dovere prima di tutto di educare al rispetto di ogni persona, tantopiù se si trova in uno stato vulnerabile (come chi ha assunto alcol e sostanze)

Nel caso di Palermo, la nostra solidarietà va dunque totalmente alla vittima: ci sembra fuori luogo, di fronte ad un dolore acuto come quello che sta vivendo, criticare la ragazza, la quale ha solo bisogno di supporto e sostegno.

Leggi anche: Stupro di Palermo, quell’assenza che grida nella notte – Punto Famiglia

Tuttavia, la questione dell’abuso di alcol resta un enorme problema tra i nostri giovani, a prescindere dal fatto che essi diventino più vulnerabili rispetto alle condotte spregiudicate di altri.

Al di là dei possibili mostri o “lupi” che si possono incontrare per le strade e che possono approfittare della nostra alterazione, l’alcol è dannoso anzitutto per la salute. Nei tanti talk show dove si parla di tutto, sarebbe bene ricordarlo, ogni tanto.

Abusare di sostanze e bere a dismisura non fa bene al cervello, non fa bene all’organismo, e può provocare seri danni in età più avanzata. Può rovinare la vita, in altre parole.

Perché, dunque, promuovere la libertà, fino a caldeggiare comportamenti non sani, con tanto di slogan che richiamano al presunto “diritto a ubriacarsi”?

Quanti giovani perdono la vita o la tolgono a qualcun altro perché si mettono alla guida dopo aver ingerito una quantità di alcol eccessiva?

Pochissimi giorni fa un giovane ha rischiato di fare una strage ad Alatri, perché guidava ubriaco.

Invece di ignorare i pericoli di comportamenti che tolgono lucidità freni inibitori, chiediamoci: perché i ragazzi hanno così bisogno di sballo? Perché amano perdere dominio di sé? Cosa trovano nell’alcol, che non trovano altrove?

I genitori spesso hanno perso la capacità di mostrare ai ragazzi ciò che è bene e ciò che è male. Va tutto bene, purché lo vogliano. 

Grazie a Dio, la libertà vera esiste, però ha tutto un altro aspetto. 

Esiste un’acqua che disseta l’anima, senza mai farci allontanare da noi stessi. Esiste una gioia che non ha bisogno dell’alcol per invadere l’anima. Cercatela, cari giovani, e non resterete delusi. E voi, adulti, cercatela con loro.




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.


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