BRICIOLE DI VANGELO

20 Settembre 2023

Il rischio di restare spettatori

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 7,31-35) In quel tempo, il Signore disse: «A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”. È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”. Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli».

Il commento

Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!” (7,32). Con parole cariche di amarezza Gesù denuncia lo sguardo indifferente e critico della gente che, con una buona dose di superficialità, si permette di giudicare severamente sia il Battista che il Nazareno, l’uno come “indemoniato” e l’altro come “mangione e beone” (7, 33-34). Questo atteggiamento nasce dall’arroganza di chi, stando comodamente seduto, ritiene di poter criticare persone che mostrano piuttosto chiaramente di parlare e agire con l’autorità di Dio. Invece di lasciarsi interpellare dalla loro testimonianza, si chiudono nel giudizio. Forse pensano di essere più intelligenti perché non si lasciano incantare, come gli altri. In realtà perdono l’occasione per misurarsi con la parola che Dio fa risuonare nella storia. Sono e restano spettatori. Gesù osserva tutto questo con grande tristezza ma non cade nel pessimismo. La sua lettura degli eventi lascia sempre aperta la porta della speranza: “Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli” (7,35). E difatti, attorno a Lui ci sono tanti discepoli che lo riconoscono come il profeta di Dio. E lungo i secoli ci sono e ci saranno sempre quelli che, nonostante la ridda delle opinioni, riusciranno a mettersi in ascolto di Dio. La storia è ricca di testimonianze luminose. Una di queste è quella di Clemente Rebora (1885-1857): un poeta raffinato che solo in età adulta ha scoperto la fede cristiana e ha scelto la vita religiosa. È diventato prete a 46 anni. Ricordando il processo di conversione, lungo e laborioso, lo riassume in un solo versetto: “La tua Parola zittì chiacchiere mie”. Le sue parole non erano mai banali; e tuttavia, dinanzi alla Parola luminosa di Dio, tutto il resto perdeva valore, Paolo avrebbe detto che era come spazzatura (Fil 3,8). La di-screzione di Dio custodisce la nostra libertà. Oggi chiediamo la grazia di prendere sul serio il Vangelo per non perdere l’appuntamento con la grazia.


Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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