
28 Settembre 2023
Porta blindata
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 9,7-9)
In quel tempo, il tetràrca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elìa», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti».
Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo.
Il commento
“Il tetrarca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare” (9,7). Questo brano liturgico sembra una breve pausa narrativa in quanto è inserito tra due eventi molto più importanti: la missione dei Dodici (9, 1-6) e il miracolo dei pani (9, 10-17). E tuttavia, ad un’analisi più attenta anche questa pagina si rivela ricca di spunti significativi. Il protagonista è Erode, l’evangelista lo presenta come uno che segue attentamente le vicende del Nazareno, applica al re lo stesso verbo [ akoúō] che descrive il movimento della gente che cerca Gesù “per ascoltarlo” (Lc 5,15, cf anche 6.18). In realtà, interesse di Erode non nasce dal desiderio della verità ma ha una precisa motivazione politica: l’attività di Gesù ha suscitato un grande entusiasmo popolare in tutto il territorio della Galilea; la missione dei Dodici, che sono andati “di villaggio in villaggio” (9,6) annunciando la buona notizia, ha messo in allarme. Questo movimento non passa inosservato, in passato la Galilea ha visto nascere gruppi di ribelli. È comprensibile perciò che l’opera del Nazareno venga seguita con crescente attenzione e che solerti funzionari raccolgono e inviano informazioni precise su quel che accade.
La Parola dunque arriva fino al re ma vi arriva in modo tangenziale, arriva a toccare le stanze del potere ma non il cuore. La coscienza di Erode è come una porta blindata che impedisce alla luce di entrare. L’unico interesse del re è quello di difendere il suo potere. Ed è pronto a tutto. Un uomo senza scrupoli che, senza alcun motivo, ha fatto decapitare Giovanni Battista (9,9). Un uomo che usa il suo potere con arroganza e non teme di soffocare nel sangue la voce di un inerme profeta, non può comprendere il ministero di Gesù che sana le ferite e restituisce la gioia di vivere. Resta un interrogativo: “chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?” (9,9). Una domanda che attraversa i secoli e giunge fino a noi. Oggi chiediamo la grazia di rispondere con fede: “Tu sei il Figlio di Dio, Tu solo hai parole di vita eterna”.
Briciole di Vangelo
di don Silvio Longobardi
s.longobardi@puntofamiglia.net
“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.
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