Dal Vangelo secondo Luca (Lc 9,43b-45)
In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini».
Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.
Il commento
“Avevano timore di interrogarlo su questo argomento” (9,45). L’evangelista descrive assai bene lo stato interiore degli apostoli, proprio loro che condividono in ogni suo aspetto la vita e la missione del Maestro, si chiudono in un silenzio imbarazzante, le parole di Gesù aprono uno scenario inquietante. I discepoli hanno compreso bene ma non desiderano approfondire, non hanno la forza di accogliere altro. Emerge la paura, il primo e più grande ostacolo nell’esperienza di fede. È la paura che impedisce a Zaccaria di accogliere l’annuncio dell’angelo (Lc 1,12). La paura si manifesta in molteplici modi e in diversi momenti dell’esperienza di fede. Chi si trova all’inizio del cammino non sa ancora chiedere ma si lascia condurre con docilità. Chi ha fatto già un certo cammino, invece, non chiede perché ritiene di avere già fatto abbastanza e si mantiene prudentemente nascosto per evitare di ricevere altri impegni e responsabilità. Dobbiamo anche considerare la paura di chi si chiude alla grazia perché non vuole rinunciare al suo stile di vita e ai progetti che desidera realizzare. La paura determina la paralisi del cuore e anche la sclerosi della mente. Una vera e propria disabilità spirituale.
Dovremmo chiederci più spesso quali sono le nostre paure, quelle invisibili catene che di fatto impediscono di avanzare nelle vie di Dio. Dovremmo essere più onesti perché spesso abbiamo paura di riconoscere le nostre paure. Gesù non vuole discepoli paurosi ma liberi. La libertà dona la fiducia di obbedire e l’umiltà dona il coraggio di rispondere. Libertà e umiltà ci permettono di fare anche quello che pensiamo di non poter fare. Nel Benedictus, che ogni giorno cantiamo nella preghiera delle Lodi, risuonano le parole di Zaccaria che canta la misericordia di Dio che ci ha “liberati dalle mani dei nemici” per renderci capaci di “servirlo senza timore” (Lc 1,74). Oggi chiediamo la grazia di accogliere la chiamata di Dio in tutta libertà e con la certezza che riceveremo tutto il necessario per corrispondere ai suoi desideri.
Briciole di Vangelo
di don Silvio Longobardi
s.longobardi@puntofamiglia.net
“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.
Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia
Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
Lascia un commento