Famiglia naturale: quei dati che la confermano “un bene per la società”

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Nel 2020 proprio nello Stato americano più “liberal” del mondo, la California, due studiosi dell’Institute for Family Studies, con loro stessa sorpresa, si sono imbattuti in una originale tenuta della famiglia naturale, quella cioè composta da un uomo e una donna sposati.Le famiglie sane contribuiscono a creare beni relazionali, economici e quindi a promuovere coesione e sviluppo.

Noi continuiamo a crederci e non siamo così in pochi come vogliono farci pensare. Parliamo della famiglia naturale, che la mondanità laicista insiste nel definire “tradizionale” per sminuirla e un po’ ridicolizzarla.

Nel 2020 proprio nello Stato americano più “liberal” del mondo, la California, due studiosi dell’Institute for Family Studies, con loro stessa sorpresa, si sono imbattuti in una originale tenuta della famiglia naturale, quella cioè composta da un uomo e una donna sposati. “Liberal” nel linguaggio moderno significa tollerante, fluido, con diritti assoluti, ostile al credo religioso, pragmatico. 

Trovare la tenuta della famiglia naturale nella California, la patria di Hollywood, della Silicon Valley e dell’ideologia liberal e gender fluid mondiale, sorprende ma …non più di tanto. 

Poi tre intellettuali di sinistra, David Blankenhorn, William Galston e Jonathan Rauch, sono arrivati a firmare un “Manifesto pro matrimonio” sulla rivista Washington Monthly, in cui affermano che, per la nazione nel suo insieme, il matrimonio è fondamentale. «Crea famiglia e rafforza i legami sociali», hanno scritto i tre, per poi aggiungere: «È un’istituzione che produce ricchezza. Il matrimonio funziona chiaramente come fonte di felicità e benefici per i bambini».

Chi l’avrebbe mai detto?

I suddetti studiosi, che sono rimasti sorpresi sono Wendy Wang e W. Bradford Wilcox, sono autori di un report significativamente intitolato «Lo Stato della contraddizione: cultura familiare progressista, struttura familiare tradizionale in California». Hanno in buona sostanza scoperto che in terra californiana il 67% dei genitori è regolarmente sposato contro una media statunitense del 63%; allo stesso modo, da quelle parti il 65% dei bambini di età compresa tra 0 e 17 anni risiede con i genitori sposati e biologici, rispetto al 62% dei giovani degli Stati Uniti.

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Quindi una famiglia “in salute” sviluppa molti “beni”.

Fra questi beni i figli sono quelli più evidenti. Da loro dipende il futuro della società, una vita dignitosa per tutti i suoi membri, l’educazione all’amore e alle molteplici “virtù” umane e sociali, la trasmissione della lingua, del patrimonio culturale della nazione, della fede religiosa. Viceversa, la famiglia poco “in salute”, incompleta o disgregata può facilmente sviluppare problemi sociali, come il calo delle nascite, l’emarginazione dei più deboli, insicurezza, depressione, litigiosità, devianze, conflittualità.

Già nel VI Incontro mondiale delle famiglie, svoltosi a Città del Messico nel 2009, i risultati convergevano in modo impressionante sul contributo delle famiglie alla società e proprio in Paesi diversi tra loro (Canada, Stati Uniti, Guatemala, Cile). Gli studi affermano che, ovunque, la coppia uomo-donna unita in matrimonio stabile e duraturo, offre vantaggi sociali maggiori rispetto alle convivenze di fatto e a famiglie monogenitoriali. 

La coppia sposata comporta per i figli maggiori possibilità di educazione, più assidua frequenza alla scuola, migliore riuscita negli studi e nel lavoro, minore probabilità di delinquenza, minore consumo di sigarette, alcool e droghe. Inoltre, comporta meno mortalità infantile, migliore salute fisica ed equilibrio psichico per i figli e per gli stessi genitori, meno depressione per le donne, meno suicidi, maggiori aspettative di vita, produttività lavorativa, reddito economico, numero di proprietari di casa, meno probabilità per donne e bambini di cadere nella povertà, minori costi sociali per lo Stato. Dunque, le famiglie sane contribuiscono a creare beni relazionali, economici e quindi a promuovere coesione e sviluppo. È interesse pubblico che la famiglia sia fondata sul matrimonio naturale, e sia stabile, perché è un bene “laico”.




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Gabriele Soliani

Gabriele Soliani, nato a Boretto (Reggio Emilia) il 24-03-1955. Medico, psicoterapeuta, sessuologo, adolescentologo, giornalista pubblicista iscritto all’Ordine. Libero professionista. Ha collaborato per 9 anni al Consultorio Familiare diocesano di Reggio Emilia. Sposato con Patrizia, docente di scuola superiore. Vive a Napoli dal 2015. Ministro della Santa Comunione e Lettore istituito.

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