Dal Vangelo secondo Luca (Lc 17,20-25)
In quel tempo, i farisei domandarono a Gesù: «Quando verrà il regno di Dio?». Egli rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!».
Disse poi ai discepoli: «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete. Vi diranno: “Eccolo là”, oppure: “Eccolo qui”; non andateci, non seguiteli. Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione».
Il commento
“Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete” (17,22). In questo brano possiamo individuare due parti distinte ma non separate, ciascuna ha bisogno anzi dell’altra. Ai farisei Gesù annuncia che il Regno di Dio è già venuto (17,21), Dio è all’opera e sta già scrivendo parole di una storia nuova. Li invita dunque a vivere il presente. Ai discepoli invece parla di un futuro ancora sconosciuto: “verranno giorni…”, Mi soffermo sulla seconda parte. Nel riportare le parole di Gesù l’evangelista pensa ai cristiani della sua generazione, fra di loro vi erano correnti che attendevano con impazienza la manifestazione del Regno. In ogni stagione della storia s’insinua la tentazione di chiedere al Signore di intervenire con segni spettacolari. Gesù invece orienta lo sguardo verso il futuro indeterminato – “verranno giorni” – che non possiamo prevedere né gestire. Dio solo conosce il tempo in cui tutto si compie. A noi basta sapere che un giorno verrà e si manifesterà nella maniera più evidente. Attendere il giorno di Dio non significa correre dietro ad eventi che hanno solo l’apparenza dei segni promessi. Gesù mette in guardia da quella ricerca emozionale che pretende di vedere segni di Dio in eventi o mode culturali che nulla hanno a che fare con Dio, anzi sono contrari alla verità del Vangelo.
Se il futuro ci è nascosto, possiamo solo vivere il presente con la coscienza che fin d’ora Dio agisce con potenza e costruisce il suo Regno. La fede invita a vedere la bellezza nascosta nella storia. Il nostro oggi è il tempo di Dio, il tempo della fede e della carità. Fare dell’oggi il tempo di Dio: è questo l’impegno che oggi chiediamo. Ci affidiamo all’intercessione di Teresa di Lisieux che, in una delle prime poesie così esprime la sua fede: “La mia vita è un sol attimo, un’ora di passaggio. / La mia vita è solo un giorno che svanisce e fugge. / O mio Dio, tu sai che per amarti sulla terra / non ho che l’oggi!” (Il mio canto per oggi, P 5, 1).
Briciole di Vangelo
di don Silvio Longobardi
s.longobardi@puntofamiglia.net
“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.
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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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