
CORRISPONDENZA FAMILIARE
La cattedra della vita. Il magistero di santa Teresa di Gesù Bambino
2 Gennaio 2024

Il 2 gennaio 1873 nasceva ad Alençon, una piccola cittadina della Normandia, Teresa di Gesù Bambino del Volto Santo. Una santa speciale, patrona delle Missioni e dottore della Chiesa. Oggi si chiude l’anno dedicato al suo 150° anniversario dalla nascita, anno caratterizzato anche da una Esortazione di Papa Francesco: “C’est la confiance” pubblicata il 15 ottobre scorso. Questa sera nella Cappella Santi Luigi e Zelia Martin di Angri (SA) ci sarà una solenne celebrazione in onore della santa della “piccola via”.
Nel corso dei secoli la vita della Chiesa è stata arricchita da una molteplicità di santi, la lista è lunghissima e ogni anno si arricchisce di luminose testimonianze. E tuttavia, è giusto riconoscere che alcuni santi eccellono più di altri, come quelle stelle che hanno una maggiore luminosità. Teresa di Lisieux appartiene a questa ristretta categoria di santi. Sono passati 150 anni dalla sua nascita e tuttavia la sua testimonianza è più viva che mai. Colei che si considerava una “piccolissima anima” che Dio aveva ricolmato di grazie, appare oggi come un vero gigante della fede.
Teresa può essere accomunata ai grandi santi come Agostino, Francesco d’Assisi, Ignazio di Loyola, per richiamare tre originali testimoni della fede. Senza dimenticare ovviamente figure femminili come Caterina da Siena e Teresa d’Avila. Tutti i santi hanno reso più bella la vita della Chiesa ma non possiamo negare che alcuni, più degli altri, hanno dato un contributo fondamentale. Teresa è una stella che ha guidato e guida tante persone – a volte anche non credenti – all’incontro con Gesù.
François Marie Léthel, teologo e carmelitano, ama dire che non tutti i teologi sono santi ma tutti i santi sono teologi. Accanto alla teologia pensata c’è anche la teologia vissuta, l’indagine e la fatica teologica del pensiero convivono con quella particolare esperienza mistica che permette ad alcuni santi di donare alla Chiesa, come scrive Giovanni Paolo II, “indicazioni preziose che consentono di accogliere più facilmente l’intuizione della fede, e ciò in forza delle particolari luci che alcuni di essi hanno ricevuto dallo Spirito Santo” (Novo millennio ineunte, 27). I santi non sono soltanto esempi di quella perfezione alla quale tutti siamo chiamati ma sono anche teologi, nel senso che hanno vissuto e comunicato un’autentica esperienza di Dio e offrono a tutti una più intima conoscenza di Dio.
La Chiesa ha riconosciuto in Teresa di Lisieux una testimone di eccezionale valore tanto da proclamarla Dottore della Chiesa, un titolo che in venti secoli di storia è stato riservato solo a 36 persone. È stato Giovanni Paolo II, ad oggi l’unico Pontefice che si è recato a Lisieux (2 giugno 1980), a dare alla giovane carmelitana questo ulteriore riconoscimento il 19 ottobre 1997. Nel documento che accompagna questa proclamazione il Papa polacco scrive: “Ad un secolo di distanza dalla sua morte, Teresa di Gesù Bambino, continua ad essere riconosciuta come una delle grandi maestre di vita spirituale del nostro tempo” (Divini scientia amoris, 3). In effetti non possiamo negare che la giovane carmelitana, proprio lei che si definisce “piccola”, è una delle personalità che ha maggiormente influito sul cammino della Chiesa del ventesimo secolo. Una nuova e autorevole conferma che Dio fa degli umili la sua casa e la sua voce.
Teresa ha scritto moltissimo se pensiamo alla brevità della sua vita e ai molteplici impegni del monastero, quasi sempre per obbedienza. Non aveva alcuna intenzione di diffondere un messaggio, non voleva illuminare gli altri, era troppo piccola per pensare di avere qualcosa da insegnare. E tuttavia, nei suoi scritti troviamo una “straordinaria sapienza” che permette a “tanti uomini e donne di ogni condizione a conoscere e ad amare Gesù Cristo ed il suo Vangelo” (Divini scientia amoris, 4).
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La Santa non scrive trattati spirituali ma racconta la sua vita. La sua dottrina nasce dalla vita e rimanda alla vita. La sua esperienza personale coincide perfettamente con la sua proposta spirituale. Vita e dottrina in questo caso coincidono. Charles Péguy dice che la vita di Maria è la “cronaca della grazia”. Possiamo applicare queste parole anche a Teresa, senza timore di esagerare possiamo affermare che ella vive ciò scrive e scrive solo ciò che vive.
I santi sono testimoni qualificati della fede, mostrano con chiarezza il cammino e le scelte da fare per vivere di Dio e con Dio. Al tempo stesso sono amici che ci danno una mano e ci aiutano a camminare fedelmente verso la meta. Ho conosciuto Teresa di Lisieux nella mia giovinezza e posso attestare che la sua presenza è stata davvero determinante nella mia vita e nel mio ministero. Nel 1987, quando muovevo i primi passi del sacerdozio, ho avuto la grazia di andare a Lisieux e affidarmi alla sua intercessione. Un vero patto spirituale che ha illuminato il mio cammino e quello degli amici che il Signore mi ha dato come compagni di viaggio in questa bella avventura della vita. Tante volte, nei colloqui personali, ho chiesto di scegliere Teresa come sorella spirituale. Nessuno è rimasto deluso.
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