TRASMETTERE LA FEDE AI FIGLI

Davide e Golia: aiutare i figli a credere nelle loro capacità

Immagine deivata da: David and Goliath (particolare), Rembrandt (Rembrandt van Rijn) (Dutch, Leiden 1606–1669 Amsterdam) - The Metropolitan Museum of Art - New York

Volete raccontare ai bambini una storia, esempio di coraggio, fiducia e determinazione? La vicenda di Davide e Golia rappresenta la vittoria del più debole sul più forte, dove con fede e perseveranza si possono superare anche le sfide più grandi. Una storia che ha molto da insegnare anche a noi genitori: non facciamo tutta la vita le armature per i nostri figli, aiutiamoli ad affinare il loro ingegno e a scoprire i talenti.

È un episodio biblico che affascina molto i bambini. Stiamo parlando di Davide e Golia, una delle storie più famose della Bibbia, tratta dal Primo Libro di Samuele.

Narra dell’epica battaglia tra il giovane Davide, un pastore, e il gigante filisteo Golia. 

Andiamo per gradi. La settimana scorsa, abbiamo parlato di Samuele, scelto da Dio come profeta. Secondo i testi dell’Antico Testamento, Dio aveva deciso che il futuro re d’Israele dovesse essere

uno dei figli di Iesse da Betlemme, visto che Saul, l’allora re di Israele, non era più il suo prediletto. Dio incaricò proprio il profeta Samuele di andare a Betlemme ad incontrare Iesse, ma egli percepì che nessuno dei primi sette figli di Iesse potesse essere il prediletto di Dio. Quando Davide, il figlio

minore di Iesse, gli si presentò davanti, dopo essere stato chiamato mentre pascolava le pecore, il profeta udì la voce di Dio che disse: “Alzati, ungilo, perché è lui!”.

Anche questa volta Dio sceglie un ragazzo semplice – sapendo già la missione che gli avrebbe affidato – un pastore, il più piccolo tra i suoi fratelli che invece erano soldati nell’esercito di Israele. E Davide, come tutti gli altri personaggi di cui abbiamo parlato, di certo non si sente all’altezza di questa chiamata, ma si fida. Decide di affidarsi alla volontà di Dio.

I Filistei stavano attaccando gli Israeliti. Ogni mattina, un Filisteo gigante di nome Golia sfidava chiunque tra gli Israeliti a combattere contro di lui. Golia era più grosso e alto di chiunque altro, ed era feroce. Indossava una pesante armatura e portava una spada, una lancia e un grande scudo. Nessuno osava combattere contro di lui. Un giorno, Davide portò del cibo ai suoi fratelli. Quando arrivò all’accampamento dell’esercito, udì la sfida lanciata da Golia. Resosi conto della situazione, chiese il permesso a re Saul di affrontare il terribile Golia, rivelando così la sua parte coraggiosa. Da pastore di pecore aveva affrontato e ucciso un orso ed un leone per difendere il suo gregge, questi erano i suoi memoriali. Convinse Saul oltre ogni razionalità.

Golia era spaventoso e fuori di sé, accecato dalla voglia di sconfiggere il nemico. Saul diede un’armatura a Davide, ma era troppo grande e pesante, così Davide decise di combattere senza alcuna armatura. Raccolse cinque pietre lisce e le mise in una sacca. Prese la sua fionda e il bastone da pastore e andò ad affrontare Golia.

Quando vide Davide, Golia gridò e lo prese in giro, deridendolo. 

Immaginate la scena, come un pastorello avrebbe potuto sconfiggerlo? Davide gli rispose, gridandogli a sua volta che aveva fiducia nel fatto che il Signore lo avrebbe protetto. Ne era certo, avrebbe sconfitto Golia per dimostrare la grandezza del Signore. Davide corse verso Golia. Lanciò rapidamente una pietra con la sua fionda. La pietra colpì Golia in fronte e il gigante cadde a terra.

Avvenne l’impossibile, il Signore aiutò Davide a sconfiggere Golia senza spada né armatura. Aveva vinto perché il Signore era con lui. In Davide era forte la consapevolezza e la convinzione che è il Signore il vero liberatore.

Leggi anche: Quel silenzio educativo che impedisce di crescere

Cosa insegna a noi questa storia? Golia, con la sua imponenza e le sue armi pesanti, incarna la prepotenza e la superbia, mentre Davide, con la sua umiltà e la sua abilità, rappresenta la virtù del coraggio e della fiducia in Dio. Le sfide nella vita sono moltissime, fin da quando si è piccini, “ogni età ha la sua pena”. Davide ci insegna a non scappare dalla sofferenza, a credere profondamente che Dio ci è accanto e ci protegge. Golia potrebbe essere una persona reale, più forte di noi, prepotente, come potrebbe anche essere una situazione in cui veniamo a trovarci che è più

grande di noi. Ognuno nella propria vita ha il suo Golia da affrontare. Non serve la forza, servono l’astuzia e la fiducia in Dio. Davide getta via l’armatura che gli avevano fatto indossare. Per affrontare le lotte della vita e quelle spirituali non possiamo pensare che qualcun altro ci copra delle sue cose, mettendoci addosso quello che non è nostro e di cui non abbiamo bisogno. Dobbiamo chiedere a noi stessi di diventare adulti, di imparare a camminare con le nostre gambe, anche se la strada da percorrere si presenta ripida, faticosa e piena di ostacoli certi che Dio ci è accanto.

In relazione al ruolo genitoriale, abbiamo accennato diverse volte alla difficoltà che un genitore riscontra nel vedere suo figlio in difficoltà. Vorremmo proteggerli da tutto e da tutti.

Non sempre ciò è utile, un figlio deve imparare a sviluppare da solo le proprie difese, deve costruirsi un’armatura sapendo che può contare su Dio e sui suoi genitori che gli hanno dato la vita. Eliminando la sofferenza non faremo il bene dei nostri figli, e lo ripeto a me stessa per prima.

Immaginiamo per un momento, sul più bello, Davide ha trovato in sé il coraggio per affrontare Golia, ha deciso quali armi utilizzare, sta per iniziare a combattere. Arrivano i suoi genitori e: “Fermate tutto! Davide no, non puoi farcela, e senza armatura poi, sei impazzito! Cosa credevi di fare? Vieni, torniamo a casa, ci penseremo noi.”

Questo a chi gioverebbe? Ai Filistei di certo ma a Davide, per nulla!

Coraggio, ricordiamoci sempre che nulla è impossibile a Dio!




Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



Angela De Tullio

Angela De Tullio, nata a Bari il 25 aprile 1985, è sposata e madre di tre ragazzi. Da vent’anni è impiegata nella grande distribuzione. A 36 anni nel tentativo di non soccombere alla vita in casa con quattro uomini che ama alla follia, ha deciso di dare concretezza alla sua grande passione: la scrittura. Ha pubblicato due libri: “Nuvola, perdersi per poi ritrovarsi” edito da Florestano Edizioni e “Vite al di là” edito da Nep Edizioni. Tramite delle storie accarezza tematiche che le stanno a cuore. È inoltre un’artigiana del macramè, l’arte di annodare. Insieme alla scrittura, sono passioni che diventano un balsamo nella frenesia delle giornate.


ANNUNCIO


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.