BRICIOLE DI VANGELO

9 Luglio 2024

Vivere l’oggi con responsabilità

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 9,32-38)
In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. E dopo che il demonio fu scacciato, quel muto cominciò a parlare. E le folle, prese da stupore, dicevano: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!». Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demòni per opera del principe dei demòni».
Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!».

Il commento

Gli presentarono un muto indemoniato” (9,32). La prima parte del brano liturgico propone una guarigione, l’ultima di questa sezione (8,1 – 9,34). Il Vangelo ricorda con insistenza che esiste un legame invisibile e tenace tra la malattia e il male, tra il deficit che riscontriamo spesso nell’umana natura e colui che semina il male nel cuore dell’uomo. La fede insegna che la presenza oscura del male accompagna la vicenda di tutta l’umanità e di ogni uomo. Non basta combattere il male che minaccia la salute fisica; con la stessa fermezza dobbiamo anche contrastare quel male che s’insinua nelle pieghe della coscienza. È uno sguardo che nasce dalla fede. Una lettura solo storica e razionale ci fa rimanere alla superfice, non andiamo alle cause ultime e non scopriamo il regista occulto, il mandante che suggerisce e orienta gli eventi. Stando al Vangelo, solo “dopo che il demonio fu scacciato, quel muto cominciò a parlare” (9,33). Un rapporto di causa-effetto. Se allontaniamo il maligno, il male che consuma il corpo fa… meno male, non chiude l’uomo in una solitudine angosciosa, non lo rende muto dinanzi ad eventi che gli appaiono incomprensibili. Restituire la parola significa ridare all’uomo la sua dignità

Gesù percorreva tutte le città e i villaggi” (9,35). La missione di Gesù è descritta con tre verbi: “insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità” (9,35). Sono le stesse parole che troviamo nel programma inziale (Mt 4,23). Gesù realizza perfettamente la missione che il Padre gli ha affidato. Non si limita ad annunciare il Regno che viene ma lo rende presente attraverso i prodigi, si presenta così come il Messia che compie ciò che Dio ha promesso. Tutto questo diventa per noi una grande provocazione. Il Vangelo non è solo l’annuncio di una storia che ancora non si vede ma la testimonianza di ciò che Dio oggi compie. Se vogliamo preparare il futuro che Dio attende, dobbiamo vivere l’oggi con piena responsabilità. È questa la grazia che chiediamo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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