19 Luglio 2024

Quali caratteristiche occorrono per dire che c’è una dignità del bambino nel grembo materno?

È ora di dire basta alla retorica ideologica e oscurantista del “il corpo è mio e lo gestisco io” e soprattutto del “è solo un grumo di sangue” un figlio nel grembo materno nelle prime settimane di vita. Il Movimento per la Vita Italiano e il Network “Ditelo sui tetti” con un seminario importantissimo che si è svolto a Roma martedì 16 luglio presso la Sala Atti Parlamentari del Senato della Repubblica, ha ribadito che i “fatti non sono opinabili”: nel grembo materno si trova effettivamente un nuovo individuo, che dovrebbe godere dei nostri medesimi diritti.

Le argomentazioni dei relatori si sono basate su ragioni scientifiche, di diritto e di filosofia. Tanti i temi affrontati: la tutela della maternità durante la gravidanza, il crollo demografico, il desiderio del figlio, l’impiego delle tecnologie di procreazione medicalmente assistita. Tra gli interventi, quello del Professor Carlo Valerio Bellieni, che si è focalizzato sull’importanza dei primi mille giorni di vita. Ha offerto una prospettiva scientifica, ricordando che il bambino fin nel grembo della propria madre recepisce suoni, odori, gusti che ritroverà una volta nato durante i primi anni della sua crescita.

Claudia Navarini ha offerto una prospettiva filosofica, domandandosi e domandando al suo uditorio: “Dove risiede la dignità umana? Quando compare la dignità? Dalla razionalità? Dalla capacità di relazione, dai movimenti fetali, dalla minima capacità di comprensione, dalla capacità di provare piacere e dolore, ma allora anche un animale… Quali caratteristiche occorrono per dire che c’è una dignità? Non c’è scienza né microscopio che ce lo possano dire. Se consideriamo le manifestazioni di alcune caratteristiche come misura della dignità, questo è discriminante per qualcuno. Qualcuno le può avere, qualcuno le può perdere, pensiamo al disabile, a chi potrebbe incorrere in una malattia, oppure sotto anestesia, oppure se sono ubriaco, oppure quando sto dormendo, se valuto la dignità secondo una manifestazione opero una discriminazione. Sopravvive il più forte, il più sano. Il più capace. Il fragile non ha voce. In ogni istante della vita c’è la dignità della vita anche se non c’è la manifestazione”.

L’avv. Giovanni Doria, inoltre, ha ricordato gli aspetti giuridici che permettono di riconoscere dignità al concepito, citando il Codice civile e in particolare l’art 254, l’art. 320, l’art. 462 e l’art. 784. In tutti questi casi il concepito è riconosciuto già soggetto di diritto. Hanno fatto sentire la loro voce anche alcuni giovani del Movimento per la Vita, ricordando l’importanza di proporre testimonianze significative, come quella di Carlo Casini.

Marina Casini, attuale Presidente del Movimento per la Vita Italiano, ha affermato: “Occorre rendere visibile il concepito a tutti. La capacità giuridica riguarda anche il concepito. È questione di civiltà. Si tratta di un progetto di legge lanciato nel 1995, a seguito di una chiacchierata tra Carlo Casini e Jerome Lejeune, che conferma oggi più che mai la sua forza e la sua ragionevolezza”. “Infine – la conclusione della Casini – come non ricordare l’impegno quotidiano dei Centri di Aiuto alla Vita, la generosità del Progetto Gemma, di coloro cioè che offrono tutti i giorni una mano tesa, non giudicante, di vicinanza e sostegno?”. È ora di cambiare aria. Non è che, per usare un’espressione tanto cara ai belligeranti abortisti, la cultura retrograda è dalla parte opposta?



Il Caffè sospeso...
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Il caffè sospeso è un’antica usanza a Napoli. C’è chi dice che risale alla Seconda Guerra Mondiale per aiutare chi non poteva permettersi nemmeno un caffè al bar e c’è chi dice che nasce dalle dispute al bar tra chi dovesse pagare. Al di là delle origini, il caffè sospeso resta un gesto di gratuità. Nella nuova rubrica che apre l’anno 2024, vorrei raccontare storie o suggerire riflessioni sull’amore gratuito e disinteressato. Quello nascosto, feriale, quotidiano che nessuno racconta, che non conquisterà mai le prime pagine dei giornali ma è quell’amore che sorregge il mondo, che è capace di rivoluzionare la società dal di dentro. Buon caffè sospeso a tutti!


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).


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