“Onlyfans? Non c’è nulla di male!”: quelle ragazze già disilluse sull’amore

Foto: Pexels

Delle ragazze domandano che male c’è se marito e moglie vendono video dei loro momenti intimi su Onlyfans: “Ognuno fa del suo corpo quello che vuole”. Che dolore pensare che non conoscono la sacralità del corpo. Quando vivi un’intimità autentica, hai già tutto ciò che ti appaga. Se vivi una relazione così povera da poterla mettere in vendita, non hai idea di cosa sia l’amore…

Qualche mese fa mi trovavo per i corridoi di una scuola superiore a Bologna. Ero stata invitata a dialogare con i giovani di diverse classi su temi diversi, in base agli argomenti che il loro professore di religione stava trattando in quel periodo con ciascun gruppo di studenti. 

Con alcuni di loro abbiamo parlato dell’attualità del Vangelo (mostrando, attraverso le storie dei santi moderni di cui scrivo nei miei libri, come esso possa cambiare vite oggi, a distanza di duemila anni da quando ci è stato consegnato); con altri ci siamo soffermati sulla figura di Carlo Acutis e sul suo concetto di “originalità”, con altri ancora abbiamo affrontato il tema della sessualità e della purezza.  

È stata una mattinata intensa, densa. Ho potuto constatare, anzitutto, come ogni classe sia diversa, perché ogni persona è diversa. E poi, cosa ben più importante, ho potuto vedere come a questi giovani interessino davvero le domande sulla vita, sulla morte, sull’aldilà e la ricerca della felicità.

Davvero nel cuore umano c’è una sete insaziabile di infinito. 

Al contempo, però, ho potuto constatare quanto il mondo lavori per rovinarli, per spegnere il loro desiderio di bene, ho visto con i miei occhi come cerchi di appiattirli sotto canoni di bellezza stereotipati e li convinca, erroneamente, che nulla conti più della ricchezza.

“Ora entreremo in una classe dove ci sono alcuni problemi… non riescono ad afferrare il concetto di dignità umana, difendono la pornografia e ogni comportamento sessuale…”, mi aveva preparato il docente.

“A quindici anni sono già messi così?”, ho domandato, scoraggiata.

“Non è colpa loro, lo capirai tu stessa ascoltandoli. È come se respirassero un gas velenoso. Non conoscono altro… il mondo propone questo e lo fa sempre più con prepotenza. Solo cinque anni fa le ragazze si scagliavano contro l’abitudine del porno, oggi sono in prima linea per difenderne l’utilizzo… vedrai…”

In effetti, così è stato. 

Quando ho parlato di “dono di sé”, “custodia del corpo”, “importanza di un’intimità vissuta nella purezza” le prime ad alzare la mano, per dirsi contrariate, sono state tre ragazze. 

Il corpo è mio, ci faccio quello che voglio”; “Tu fai come credi, ma io non sono libera come te di fare ciò che voglio?”, “Le tue parole mi fanno sentire giudicata: se io volessi mettere le mie foto su Onlyfans sarei una cattiva persona?” 

Leggi anche: La violenza sessuale vista dalla cattedra: ecco perché c’entra la pornografia (puntofamiglia.net)

Si sono messe sulla difensiva. Alzavano la mano per ribattere prima ancora che io finissi di parlare.

Sì, aveva ragione il professore: quella classe aveva seri problemi; perché, se a quindici anni ti infervori per spiegare che nessuno deve insegnarti nulla sulla sessualità – e a quell’età anni dovresti cercare risposte, non gridarle con tanta sicurezza! – forse c’è davvero da chiederci cosa stiamo dando da mangiare ai nostri giovani, a quegli stessi giovani che poi, aiutati a riflettere, ti dicono che l’amore lo sognano, perché “senza amore la vita sarebbe vuota”. 

Il problema non sono loro, anche su questo il prof aveva ragione, ma la mentalità che influenza le loro menti in ogni ambito del vivere. Chi sono i loro modelli? Che tipo di relazioni vedono?

Ad un certo punto il discorso è finito sulla piattaforma Onlyfans, dove molte persone vendono immagini di sé nude o addirittura mostrano video hot.

Se marito e moglie vivono l’intimità e decidono di filmarsi, per fare soldi, che male c’è?”, mi ha chiesto, un po’ sfrontata, una alunna. E in quel momento mi si è stretto il cuore al petto per il dolore.

Come si fa a non capire che certe cose, così sacre, così preziose, non hanno prezzo?

“Quando tu vivi un’intimità autentica con tuo marito, hai già tutto ciò che ti appaga – ho risposto – è così bello, intenso, ed è un momento così meravigliosamente vostro che non penseresti mai di far entrare qualcun altro lì, con voi, nemmeno dietro ad una telecamera. Né tantomeno ti può venire il pensiero di lucrarci sopra. Se vivi un’intimità così povera da poterla mettere in vendita, semplicemente non hai la minima idea di cosa sia l’amore…”

Per la prima volta, dopo un’ora di discussione, quella risposta li ha lasciati in silenzio. 

In quel silenzio ho visto rinascere, un poco, la mia speranza. 

“Non sono perduti. – mi sono detta – Il mondo fa la sua parte, ma noi possiamo, dobbiamo fare la nostra”.

“Io ho una domanda… – mi ha detto un ragazzo, poco dopo – Perché è venuta fin qui, dalle Marche, per dirci queste cose?”

Ho sorriso. 

Ecco, era proprio la domanda che aspettavo: devono vedere questo, che qualcuno ci tiene al loro futuro, alla salute delle loro anime. Che c’è qualcuno che spende gratuitamente del tempo (non sono stata pagata per andare!) per testimoniare la bellezza di un amore vero.

“Perché siete liberi solo se qualcuno vi offre un’alternativa. – gli ho detto – Io ho ricevuto un dono e voglio condividerlo. Non sono qui per indottrinarvi, come fa il mondo. Sono qui per difendere la vostra libertà…”  

Alla fine dell’ora, tutti si sono dileguati. E io sono rimasta col docente, ci guardavamo perplessi. “Chissà se un seme sarà entrato…”, mi dicevo.

Poi, d’un tratto, vedo avvicinarsi un ragazzo, timido ed educato al tempo stesso. Era stato sempre attento, in ascolto. Non era mai intervenuto. “Volevo solo dirle grazie per essere venuta…”, mi ha detto. E il suo sorriso sincero è valso tutto il viaggio di andata …e anche quello di ritorno.




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.


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