Dal Vangelo secondo Luca (Lc 4,38-44)
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva.
Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo.
Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato».
E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.
Il commento
“Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui” (4,40). La scena descritta dall’evangelista è carica di drammaticità, Gesù si trova dinanzi ad un’umanità dolente, afflitta da “varie malattie”. Un numero considerevole di persone si raduna dinanzi alla casa, Gesù accoglie e guarisce tutti (4,40). Luca annota anche la presenza dei demòni: “Da molti uscivano anche demòni […] li minacciava e non li lasciava parlare” (4,41). Il Nazareno si trova in un campo di battaglia, affronta e contrasta il male, appare come il vero Dominus che comanda con autorità ed esce vittorioso.
Questa scena è un’icona eloquente della vita umana, personale e collettiva. La cronaca è purtroppo ricca di episodi in cui il male s’impone anche nelle forme più efferate. Accanto alle guerre che imperversano in tanti Paesi, ci sono i drammi che si consumano all’interno delle famiglie. Una situazione capace di scoraggiare e soffocare le migliori intenzioni. Nel rito del battesimo, particolarmente ricco di formule e gesti liturgici, c’è un dettaglio che probabilmente non riceve un’adeguata attenzione: l’unzione con l’olio di catecumeni, chiamata anche esorcismo. Le parole che il sacerdote pronuncia prima dell’unzione sono inequivocabili: “umilmente ti preghiamo per questo bambino, che fra le seduzioni del mondo dovrà lottare contro lo spirito del male: per la potenza della morte e risurrezione del tuo Figlio, liberalo dal potere delle tenebre, rendilo forte con la grazia di Cristo, e proteggilo sempre nel cammino della vita”. Il battesimo segna l’inizio di una grande lotta che accompagna tutta la vita. Non tutti ne sono consapevoli e pochi si preparano ad affrontarla. Le battaglie che sicuramente perderemo sono quelle che non siamo disposti a combattere o quelle che pretendiamo di vincere senza invocare e accogliere la grazia che viene dal Cielo. Oggi vi invito a pregare con le parole di un inno liturgico: “Sii tu la nostra forza / la roccia che ci salva / dagli assalti del male”.
Briciole di Vangelo
di don Silvio Longobardi
s.longobardi@puntofamiglia.net
“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.
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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
1 risposta su “Campo di battaglia”
oggi, come duemila anni fa, si vive male l’aspetto della familiarità, un concetto ben sottolineato dal Signore, Matteo 19, 8-10: “Rispose loro Gesù: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, (altrettanto oggi succede che le mogli ripudiano i mariti), ma da principio non fu così. Perciò io vi dico: Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubinato, e ne sposa un’altra commette adulterio». Gli dissero i discepoli: «Se questa è la condizione dell’uomo rispetto alla donna, (o della donna rispetto all’uomo) non conviene sposarsi». Egli rispose loro: «Non tutti possono capirlo, ma solo coloro ai quali è stato concesso” …. dove non c’è libertà e giustizia non ci può essere amore, ma l’amore autentico è capace di sussistere, soffrendo in silenzio, anche se c’è mancanza di giustizia e libertà.