CORRISPONDENZA FAMILIARE di Silvio Longobardi Tutti i giorni della “mia” vita. L’amore si affaccia sull’eternità 9 Settembre 2024 L’amore dura per sempre? Se leggiamo attentamente la formula della promessa nuziale che, difatti, unisce due sposi nel sacramento del matrimonio, sembrerebbe proprio di sì. Un dettaglio che fa molto riflettere è racchiuso in quell’aggettivo che precede il termine “vita” e che cambia la prospettiva dell’alleanza nuziale. Qualche giorno fa il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato della Santa Sede, ha celebrato le esequie della madre, che ha concluso i giorni terreni all’età di 96 anni, e ha voluto ricordare anche il papà, morto nel 1965, quando lui era ancora un bambino: “La immagino accolta alla porta del Paradiso, non solo dal Salvatore, dalla Vergine Maria alla quale era molto legata e da San Pietro, ma anche da (…) nostro padre Luigi: mi aveva confidato di essersi innamorata di lui, colpita dal modo in cui pregava in questa chiesa, cosa che oggi non si fa più. Era una bella e purtroppo breve storia d’amore coniugale. Oggi, si trovano 59 anni dopo, in un abbraccio che nessuno potrà mai sciogliere e che durerà per l’eternità”. Parole cariche di commozione ma non di vuota retorica, parole che mettono in luce la bellezza e la forza di un amore coniugale che non vive solo di sentimenti ma si traduce in un patto che attraversa tutti gli anni della vita. “Prometto di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita”: la promessa nuziale, che segna l’inizio della grande avventura, si conclude con un impegno solenne. L’aggettivo possessivo ha un particolare valore. Seguendo la traccia di alcuni film, avremmo detto: “Finché vita non ci separi”. Quando arriva sorella morte, lo sposo non è più legato al patto nuziale. Chi pensa questo non sbaglia. E difatti, sulla scorta della tradizione biblica (1Cor 7,39) la Chiesa permette le seconde nozze dei vedovi. E tuttavia, quell’aggettivo cambia radicalmente la prospettiva. Gli sposi pronunciano quelle parole senza farci caso: “tutti i giorni della mia vita”. In apparenza è solo un dettaglio, in realtà fin dall’inizio chiede di vivere l’amore coniugale nella luce di un per sempre che non prevede alcun limite. La monogamia qui appare non solo nella linea sincronica (esclude perciò la bigamia) ma anche in quella linea diacronica: esclude a priori un secondo matrimonio. Lo sposo promette una fedeltà che attraversa tutti giorni della vita, fa riferimento alla sua vita non a quella del coniuge. Di conseguenza, s’impegna a restare fedele al patto anche quando giunge la morte del coniuge. Leggi anche: Un amore che dura per sempre? È possibile È un dettaglio impegnativo e luminoso, chiede di vivere l’amore sullo sfondo dell’eternità. “Forte come la morte è l’amore”, leggiamo nella Bibbia (Ct 8,6). In realtà, nella luce della fede l’amore è più forte della morte perché non si dissolve quando la forzata e indesiderata separazione costringe gli sposi a vivere su sponde lontane, resta integro nel cuore e alimenta l’attesa di un nuovo incontro. Fino a quando, varcata la soglia della vita, sarà possibile (per usare le parole del Cardinale che ho citato all’inizio) gustare nuovamente “un abbraccio che nessuno potrà mai sciogliere e che durerà per l’eternità”. Beati gli sposi che sanno tenersi per mano lungo gli anni della vita. Ancora più beati quegli sposi che si aiutano a fare della vita un pellegrinaggio che trova la sua meta nel vedere Dio, “faccia a faccia”, come scrive l’apostolo Paolo. Un amore che si affaccia sull’eternità non perde nulla delle gioie autentiche che la vita riserva, anzi vive ogni dettaglio come un frammento di quell’eternità in cui tutto, anche l’amore umano, così fragile e imperfetto, potrà risplendere in piena luce. Un augurio che consegno agli sposi, giovani e meno giovani. Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia Cari lettori di Punto Famiglia, stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11). CONTINUA A LEGGERE Tag Eternità, matrimonio, morte, Promessa nuziale, sposi, vedovanza Silvio Longobardi Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”. Visualizza archivio → ANNUNCIO Lascia un commento Annulla rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commento Nome * Email * Sito web Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy. Ho letto e accettato la Privacy Policy *