CRISI MEDIO-ORIENTE
Attacco di Israele in Libano: guai se ci “abituassimo” a queste notizie

L’ultimo attacco di Israele contro il Libano ha l’aspro e ingiustificabile sapore di un atto terroristico. Sono almeno 492 le vittime dei raid aerei israeliani iniziati contro Hezbollah in Libano, secondo il ministero della Sanità del paese. Tra i morti figurano 35 bambini e 58 donne; altre 1.645 persone sono rimaste ferite. Guai se ci abituassimo a queste notizie.
Una guerra, che resta sempre ingiusta, si combatte tra militari, tra eserciti. Qui abbiamo civili non evacuati, uccisi. Abbiamo vittime innocenti che non hanno avuto la possibilità di fuggire. Abbiamo feriti nel corpo e nell’anima. Abbiamo orfani, vedove, vedovi, nonni che piangono sui corpi dei nipoti. No, questa non è guerra, che comunque va condannata, questo è terrorismo. È solo per stoltezza che gli uomini credono di poter ottenere la pace così. Con il terrore, con il sangue.
Israele, dall’alto della sua potenza militare, continua a seminare terrore con la forza, credendo così di riuscire a piegare gli altri, credendo che questa sia l’unica via per affermarsi, per trovare rispetto dagli altri paesi. Eppure, dovrebbe aver capito che l’odio genera odio.
Più si annienta il presunto “nemico”, più il nemico si attrezza per annientare te. Forse non ha i tuoi stessi mezzi, ma non è con la violenza che lo piegherai. Il nemico aggredito si rialza, in un modo o nell’altro, e anche se non ha bombe potenti come le tue, manda pochi devastatori, infiltrati, a creare disagi, a seminare morte, a dirti che non hai vinto come pensavi.
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Perché non si comprende che rispondere al male, in questo modo, alimenta solo nuove ondate di terrorismo? La storia si ripete. L’umanità ancora allo stesso punto, impantanata nelle bugie del divisore, continua a ripetere gli stessi errori.
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