È Gesù ad operare prodigi che noi nemmeno osiamo immaginare. È Lui a trasformare ciò che, agli occhi umani appare come un’inspiegabile follia una vita trascorsa in pochissimi metri, in una straordinaria storia d’amore. Meraviglie che la fede ha compiuto nell’esistenza terrena di Julia Crotta, nota come Suor Nazarena, vissuta 45 anni reclusa presso il monastero di Sant’Antonio Abate a Roma. Luogo che ho visitato alcuni anni fa accompagnata da un caro amico, anche lui affascinato dall’esperienza di questa donna.
Julia nasce nel 1907 a Glastonbury nel Connecticut (Stati Uniti) da una famiglia numerosa, settima figlia di una coppia di immigrati italiani. Studia al conservatorio, si laurea in letteratura, pratica danza e sport conducendo una vita normale, come tanti coetanei del suo tempo. Aveva davanti a sé un futuro professionale roseo e invece nel 1934, giovane donna adulta, partecipa ad un ritiro spirituale durante la Settimana Santa. Nella notte tra il Venerdì e il Sabato Santo quella che Julia chiamerà la sua “nox beatissima”, ha una visione in cui Gesù le dice: “Vieni con me nel deserto”.
Inizia un tempo di ricerca e di discernimento molto difficile per cercare di capire cosa il Signore voleva dirle con quell’invito, pensa addirittura di andare in Palestina, ma ciò le viene decisamente sconsigliato dal suo direttore spirituale. Undici anni dopo quella notte arriva a Roma, qui entra nel monastero di Sant’Antonio abate e sceglie una via del tutto inconsueta per una suora: la reclusione dentro la reclusione del monastero. Vivrà per quarantacinque anni in una minuscola cella senza mai parlare e incontrare nessuno all’infuori degli sporadici contatti col padre spirituale e la madre abbadessa. Ha vissuto nel nascondimento fino alla morte, nello spirito della casa di Nazareth dove Gesù rimase nascosto al mondo per 30 anni. Da qui anche la scelta del nome, Suor Nazarena.
“Mai, in questi 43 anni ho provato tristezza, noia; al contrario una gioia sempre nuova, che non perde la sua freschezza. Come quella dell’eternità” ha scritto due anni prima di morire. La sua giornata è ritmata dal lavoro e dalla preghiera, partecipa ogni giorno alla Santa Messa da una finestrella con grata, attraverso la quale riceve la comunione. Si nutre solo di pane e acqua e dorme su una semplice cassapanca di legno, senza materasso e senza cuscino, sormontata da un crocifisso.
Qualcuno potrebbe chiedersi: come ha fatto senza impazzire? Quelli che hanno avuto il privilegio di mantenere alcuni contatti con lei dicono che è sempre stata una donna equilibrata e dolce. È una storia straordinaria quella di suor Nazarena. Sembra fuori dal mondo, poco concreta, qualcuno potrebbe domandarsi perché non abbia consacrato questi 45 anni al servizio dei poveri, almeno avrebbe compiuto un’opera buona, eppure la sua vita a me sembra un fuoco ardente, interroga il nostro modo di vivere, setaccia la nostra fede, ci permette di entrare in quel sacrario abitato da Dio dove noi vorremmo pesare e giudicare anche le sue cose con i nostri criteri umani e invece Lui è molto di più. È l’Amore, quello che la ragione spesso non comprende, quello che ti chiede una fedeltà che supera le forze umane.
Il Caffè sospeso...
aneddoti, riflessioni e storie di amore gratuito …quasi sempre nascoste.
Il caffè sospeso è un’antica usanza a Napoli. C’è chi dice che risale alla Seconda Guerra Mondiale per aiutare chi non poteva permettersi nemmeno un caffè al bar e c’è chi dice che nasce dalle dispute al bar tra chi dovesse pagare. Al di là delle origini, il caffè sospeso resta un gesto di gratuità. Nella nuova rubrica che apre l’anno 2024, vorrei raccontare storie o suggerire riflessioni sull’amore gratuito e disinteressato. Quello nascosto, feriale, quotidiano che nessuno racconta, che non conquisterà mai le prime pagine dei giornali ma è quell’amore che sorregge il mondo, che è capace di rivoluzionare la società dal di dentro. Buon caffè sospeso a tutti!
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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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